Coronavirus, un anno fa il paziente 1 a Codogno

L'Arena INTERNO

In provincia di Lodi dieci comuni vengono per la prima volta bollati come «zone rosse», qualcosa che si è visto soltanto in televisione, con le immagini di Wuhan.

Lo chiamano paziente uno, ma gli anelli della catena che hanno portato al suo contagio sono introvabili, sebbene quelli successivi non tardino ad arrivare.

Tutti ricorderanno dove si trovavano o cosa facevano quando l’Italia ha conosciuto il suo "paziente uno". (L'Arena)

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Codogno non è solo la prima zona rossa d’Italia e la prima vera prova per fermare il virus. «Questo Memoriale – ha spiegato Fontana – ha la capacità di andare oltre il semplice ricordo: si evoca tutta la forza della Lombardia e l’amore per la vita e la comunità. (varesenews.it)

A causa del virus Maestri ha perso lo scorso anno il padre. Verso i dottori che mi hanno salvato ho un debito di riconoscenza enorme, ma io ora voglio solo dimenticare". (Corriere dello Sport.it)

È stato un giorno di festa, l'ultimo prima del precipitare degli eventi. Era il 21 febbraio 2020, quando il coronavirus fece la prima vittima, a Vo' Euganeo, Padova. (L'Arena)

21 febbraio 2020. Il 21 febbraio, un anno fa, Codogno ha dichiarato il primo caso di Covid in Europa, scoperto da due dottoresse dell'Ospedale Civico. Questo piccolo comune lombardo, pochi km a sud di Milano, pochi giorni dopo, veniva dichiarato zona rossa. (Euronews Italiano)

A quei tempi si pensava ancora che il virus fosse cinese quando, all’improvviso, si registra il primo paziente italiano per Covid, in quella che diventerà la tristemente famosa Codogno. Ma poi, come spesso succede, le evidenze smentiscono le credenze: dopo pochi giorni, anche i medici che hanno curato Mattia sono positivi. (Il Quotidiano del Molse)

La stele, realizzata in pietra di Trani, riporta questa iscrizione: “La città di Monza ricorda i suoi concittadini vittime del Coronavirus, la pandemia che ha colpito il nostro paese nell’anno 2020. Questo ulivo ne sia per sempre memoria viva soprattutto per coloro che non hanno potuto abbracciare i propri cari nell’ultima ora” (Corriere della Sera)