Draghi: da questa guerra si esce con debito pubblico, sussidi e stop alle tasse

QuiFinanza INTERNO

Durante la Prima Guerra Mondiale, in Italia e in Germania tra il 6 e il 15% delle spese belliche è stato finanziato con tasse.

Sussidi e stop alle tasse. Draghi conclude con la necessità di garantire sussidi e il rinvio il pagamento delle tasse: “Passi importanti già adottati da molti governi” in un momento in cui la carenza di liquidità rischia di diventare drammatica.

“Una profonda recessione è inevitabile”. (QuiFinanza)

Su altri media

«Ci troviamo di fronte a una guerra – scrive Draghi - e dobbiamo muoverci di conseguenza. Livelli di debito pubblico molto più elevati diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e saranno accompagnati dalla cancellazione del debito privato». (Avvenire)

No: l'immediata circolazione di una rinnovata ipotesi di un governo Draghi preoccupa, irrita, sconvolge Conte, timoroso che la situazione appaia così paurosa da spingere il Pd a sollecitare un cambio nel governo. (Italia Oggi)

Ma perché non dire allora che vanno abolite e che va stracciato il Trattato di Maastricht che le ha prodotte? E chi parla del nemico è lui stesso il nemico. (comune-info.net)

Siamo in guerra: la soluzione di Draghi. “Siamo in guerra” e per questo motivo si devono adottare subito nuove regole, cancellando le vecchie. Questa l’opinione di Mario Draghi che in un editoriale sul Financial Times non ha esitato nell’affermare che per affrontare una situazione del genere bisogna agire subito, con fermezza e senza porsi il problema del debito. (Investire.biz)

Il monito di Draghi deve darci speranza sulla concreta possibilità di superare questo difficile momento senza compromettere in modo permanente i nostri sistemi economici. In particolare, ci ha ricordato come rientri tra i compiti essenziali dello stato impiegare il proprio bilancio per proteggere i cittadini e le imprese da shock inattesi e non gestibili in modo individuale. (Il Sole 24 ORE)

“Le iniziative della Bce in questo quadro sono molto positive – conclude Gualtieri – . Il governo italiano si muove in questa prospettiva sul piano nazionale ed europeo. (Finanzaonline.com)