Twitter, la versione di Elon Musk (tra libertà di parola e lotta all’anonimato)

Il Sole 24 ORE ECONOMIA

Sappiamo bene che, in verità, il nom de plume in rete è svelabile.

Se sai di poter essere facilmente scoperto, ti comporti come se tutti già conoscessero il tuo nome.

E allora, ci pare, ben venga una soluzione, almeno leggermente diversa, per evitare di rinunciare del tutto a regolare la rete, ma anche di stravolgere l’ordinamento e i contropoteri che lo compongono.

E i cui principi, invece, all’interno di una democrazia come la nostra, ci sentiamo di dover ribadire oggi che bussano alle porte dell’Europa regimi di tutt’altra impostazione

Se però fosse sufficiente una richiesta alla piattaforma per avere i dati identificativi del titolare di un account, una simile prospettiva avrebbe la conseguenza di responsabilizzare chi scrive. (Il Sole 24 ORE)

Su altre testate

“La mia offerta si basava sull’accuratezza dei documenti SEC di Twitter“, ha scritto Musk. Lunedi lui e Agrawal si sono scambiati una serie di tweet sulla questione degli account falsi. (MeteoWeb)

La scorsa settimana Elon Musk ha annunciato di voler mettere in pausa l’operazione di acquisizione, chiedendo pubblicamente che Twitter sottoponga i suoi dati ad una revisione interna Nessuno sconto rispetto alla cifra proposta inizialmente e, a quanto pare, nemmeno nessun audit indipendente per verificare la veridicità dei dati sul numero di account bot. (Lega Nerd)

Effettivamente i numeri depositati presso la SEC (Securities and Exchange Commission) discordano ampiamente con le stime proposte da Musk. Un alto numero di bot può determinare un cambio di giudizio da parte degli investitori. (IG Italia)

Il milionario ha poi parlato della libertà d’espressione: “Per ‘libertà d’espressione’ intendo semplicemente ciò che è conforme alla legge”. Per Musk, quindi, i divieti e le sospensioni di Twitter vanno al di là della legge del Paese, ma questo è l’unico principio che deve reggere la libertà d’espressione? (Aleteia)

La partecipazione alla commissione avrebbe però comportato alcuni oneri che probabilmente stavano troppo stretti a Musk, il quale ha alterato senza indugio la propria posizione. Musk ha intrapreso dunque un’altra strada: fare leva sull’esistenza di account di Twitter fasulli per “sospendere” la trattativa. (L'INDIPENDENTE)

Un affare da 44 miliardi di dollari che, per tornare nel campo del gossip, potrebbero in parte essere finanziati mettendo Twitter a pagamento. E allora che cosa spaventa di Elon Musk, a parte il suo capitalismo e la sua voglia di ridare la parola a Trump? (ilmessaggero.it)