Blitz antimafia a Palermo, il negoziante pagava il pizzo ma diceva al boss: “Non mettermi nel libro…

Il Fatto Quotidiano INTERNO

“L’attività estorsiva non è mai cessata – ha spiegato il questore di Palermo Leopoldo Laricchia -.

Racket e droga sono le due attività principali dei mafiosi e il racket serve anche a mantenere i detenuti in carcere.

È quanto emerge dal blitz antimafia di polizia e carabinieri che all’alba ha portato a sedici fermi a Palermo, decapitando il mandamento di Ciaculli.

In alcuni casi, i commercianti si sono preoccupati di non figurare nel “libro mastro” delle estorsioni o di offrire all’estortore un escamotage per eludere eventuali controlli di polizia

Anche durante il lockdown le estorsioni sono proseguite pur se con maggiore difficolta”. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri media

Cosa Nostra americana. I boss del mandamento di Ciaculli, finiti oggi in cella, avevano, inoltre, costanti rapporti con cosa nostra americana. I Greco ancora al vertice del mandamento di Ciaculli. E’ rimasto invece alla storica famiglia dei Greco lo scettro sul mandamento di Ciaculli. (In Terris)

Sostiene di conoscere particolari “inediti” sulla strage di via D’Amelio. Particolari che riguardano le modalità e la posizione degli esecutori materiali che fecero saltare in aria la Fiat 126 imbottita di tritolo e parcheggiata sotto l’abitazione della madre al magistrato in via D’Amelio, a Palermo (Live Sicilia)

Chi c'è poi, fammi pensare. da quello ci vado io". Anzi io le chiedo scusa - dice all'indagato - se lei è venuto qua per per me, però io dico (PalermoToday)

Uno degli arrestati, Giuseppe Vassallo, palermitano trasferitosi a Firenze, grazie agli accordi con Giulio Caporrimo e Antonino Vitamia, commercializzava i propri siti per le scommesse on line proprio sul territorio del mandamento di Tommaso Natale, riconoscendo parte degli utili alla famiglia mafiosa Proprio a quest'ultima operazione del gennaio scorso si ricollega il blitz odierno che ruota attorno alla figura di Giulio Caporrimo. (La Repubblica)

In particolare a tenere le redini era Giuseppe Greco, 63 anni, cugino di Leandro Greco il giovanissimo referente della commissione provinciale di cosa nostra, arrestato due anni fa. I rapporti coi boss d'America. (Giornale di Sicilia)

‘Non ti permettere – aggiungeva Di Fede tre anni fa – Io mai gliel’ho mandato mio figlio a queste cose’. Ancora, quando sentono nominare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, si comportano come i vampiri sorpresi dalla luce del sole. (Livesicilia.it)