Genco (Cgil): “Anche da Marsala ferma condanna all'attacco fascista di Roma”

Itaca Notizie INTERNO

La Cgil si è mobilitata anche nella città di Marsala e nella giornata di domenica un presidio democratico si è insediato davanti alla sede della Camera del lavoro di corso Calatafimi.

Piero Genco segretario della Cgil di Marsala quale idea, oltre alla ferma e netta condanna, si è fatto dei gravissimi episodi romani?

Una parte storica del nostro sindacato ha contribuito a scrivere la Costituzione o almeno parte di essa. (Itaca Notizie)

Ne parlano anche altre fonti

A Livorno la porta di una sede Cgil è stata messa fuori uso e imbrattata con insulti al sindacato. «Ho ringraziato Draghi per la visita che ha un significato molto importante – ha detto Landini –. (Avvenire)

Una mozione presentata in contemporanea anche dai gruppi assembleari delle altre regioni. «Le inaccettabili violenze a cui l’Italia ha assistito sabato scorso – osservano i dem – necessitano di una risposta immediata e inequivocabile sia sul piano sociale che su quello istituzionale. (Centropagina)

Dopo gli scontri al corteo No Green pass di Roma, l'assalto alla sede della Cgil e il fermo di alcuni esponenti di Forza Nuova, "ieri abbiamo assistito al mondo alla rovescia. "Evidentemente - ha rimarcato Orlando - quelli che hanno assaltato la sede della Cgil sono degli ufo o dei figuranti (Adnkronos)

A Milano invece era matrice anarchica. Sarei andata alla CGIL se non fossi stata a Madrid ma ho chiamato Landini" (La7)

Dopo l’assalto alla Cgil di Roma il segretario nazionale si è subito precipitato nella capitale mentre i suoi compagni reggiani si sono messi in presidio davanti alla sede di via Roma. Un presidio proseguito ieri mattina con l’arrivo di decine di militanti, delegati, politici e cittadini che hanno voluto offrire la propria solidarietà alla Camera del Lavoro condannando con fermezza l’assalto che ha portato poi all’arresto di 13 persone (La Gazzetta di Reggio)

Salvini se l’è cavata con una condanna «di tutte le forme di violenza». Tirati per i capelli da giornali e partiti avversari perché dicano la parole fatidiche: «Inaccettabile violenza fascista», né Salvini né Meloni hanno accettato di sottoporsi alla richiesta. (L'Eco di Bergamo)