Addio a Lawrence Ferlinghetti, anima della beat generation

Ferlinghetti invece non si considerava “beat”, etichetta inadeguata alla sua statura intellettuale e storica.

Ma Lawrence era così, un po’ come tutti i beat: figlio superbo di un’epoca e di una vita impareggiabili e a volte permaloso nella rilettura delle opere e del suo pensiero.

Anche l’Infinito di Lawrence Ferlinghetti doveva terminare prima o poi, e così la sua “Endless Life” - come la sua raccolta di poesie dell’81 - s’è sublimata lunedì sera dopo una fenomenale esistenza, lunga 101 anni. (La Repubblica)

La notizia riportata su altri giornali

Omar Pedrini, cresciuto immerso nell’immaginario della Beat Generation, da avido lettore delle opere di Lawrence Ferlinghetti si era trasformato in caro amico dell’autore di A Coney Island of the Mind. (Rolling Stone Italia)

Brescia renderà omaggio a Lawrence Ferlinghetti: Omar Pedrini pronto a riproporre «Beatnik» in concerto a 25 anni dall’uscita; una fondazione o un museo nei piani di Walter Pescara. (Brescia Oggi)

E così Lawrence Ferlinghetti giunse in Trentino per merito del bagoss e del formaggio di malga.Dopo il Trentino, in quei giorni Ferlinghetti volle però andare a conoscere anche la città d'origine di suo padre, Brescia. (l'Adige)

Era da pochi mesi iniziato il ventunesimo secolo e quello fu il loro primo incontro con Lawrence Ferlinghetti. Era l’atteso ritorno di Ferlinghetti a Salerno. (la Città di Salerno)

Io non sono mai stato un poeta beat», dichiarava meno di dieci anni fa, già ultranovantenne, Lawrence Ferlinghetti in un documentario sulla sua lunga vita, ed era probabilmente un vezzo. «Non chiamatemi beat. (Il Manifesto)

'Sono uno strano animale che fa da vagabondo sulla superficie della terra' (TG La7)