Alla fine Google ha battuto Oracle

Ticinonline ECONOMIA

Molti sviluppatori ritengono infatti che il caso Oracle contro Google mostri chiaramente il bisogno di una maggiore chiarezza sullo status legale delle interfacce, che sono ampiamente copiate all'interno dell'industria.

Una battaglia decennale. La decisione mette fine a una battaglia legale durata 10 anni e nella quale Oracle chiedeva danni per 9 miliardi di dollari per l'uso illegale di alcune delle sue interfacce software. (Ticinonline)

Su altri media

Sei giudici hanno votato a favore di Google, due a favore di Oracle. Alla votazione non ha partecipato Amy Coney Barrett, l’ultima giudice entrata a far parte della Corte su nomina dell’ex presidente Donald Trump (Corriere della Sera)

Su Java scontro da 9 miliardi. La battaglia era incentrata sull'utilizzo della tecnologia software di programmazione Java della Oracle da parte di Google, con una richiesta iniziale di danni pari a 9 miliardi di dollari ora andati in fumo. (Il Sole 24 ORE)

NEWSLETTER Cloud, Software e molto altro. La mancanza di questa certificazione è diventata un problema per le operazioni cloud di Google, in quanto ha limitato le forniture alle grandi aziende che utilizzano il software di database Oracle (CorCom)

La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti in favore della società di Mountain View ha messo fine a una battaglia legale contro Oracle che è andata avanti per dieci anni. Era il 2010 quando Oracle, dopo aver acquisito il produttore di Java Sun Microsystems, denunciò Google per aver usato delle API di Java all'interno di Android; oltre 11 mila linee di codice. (DDay.it - Digital Day)

Oracle compete con Google nell’offerta di soluzioni cloud per l’hosting delle applicazioni. L’azienda di Larry Ellison non ha mai concesso la certificazione per usare il suo database su Google Cloud, quindi i clienti non hanno la certezza di poter ospitare i database Oracle sulla piattaforma di Google senza violare le licenze. (Punto Informatico)

Una sentenza con cui non solo si dà ragione a Google nel merito, ma anche nel principio (Business Insider Italia)