Per i Pm della trattativa Stato-mafia solo Brusca e Ciancimino sono credibili

Il Riformista INTERNO

Già, ma le 78 pagine di una sorta di memoria per criticare la sua assoluzione, allegate al processo che cosa sono?

Non desistono, i procuratori generali palermitani del processo “trattativa” tra lo Stato e la mafia, neppure dopo l’assoluzione definitiva di Calogero Mannino, quello che fu il punto di partenza e che in quest’aula non c’è.

Marcello Dell’Utri avrebbe fatto da raccordo tra lo Stato, la mafia e addirittura la ‘ndrangheta, come è stato ripetuto ieri in aula a Palermo?

Qualunque tentativo, da parte dello Stato, di far cessare le stragi, viene interpretato come complotto o addirittura come complicità con la mafia. (Il Riformista)

Ne parlano anche altre testate

Vennero dichiarate prescritte invece le accuse per l’ex boss Giovanni Brusca, mentre l’ex figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Massimo Ciancimino ebbe 8 anni per calunnia, accusa dichiarata prescritta in appello Per Brusca la corte d’assise dichiarò la prescrizione. (Livesicilia.it)

Al dibattimento era imputato anche Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino. All’udienza di oggi del procedimento d’appello sul patto che pezzi dello Stato avrebbero stretto con Cosa nostra negli anni delle stragi mafiose dovrebbe concludersi la requisitoria dei procuratori generali Giuseppe Fici e Sergio Barbiera. (Grandangolo Agrigento)

In un primo caso un accordo tra lo Stato e un singolo collaboratore in virtù di una legge di trent’anni addietro apre le porte della prigione per lo stesso. Dall’altro, si processano alcuni esponenti delle istituzioni che avrebbero veicolato verso altri pezzi dello Stato le richieste dei boss al fine di pervenire ad un accordo tra lo Stato stesso (che alleggerì il carcere duro) e “Cosa Nostra” che non proseguì nel suo progetto stragista. (Live Sicilia)

L’ordine di scarcerazione di Giovanni Brusca che anticipa la sua liberazione. . Le prime due auto vengono accolte davanti alla questura da un tripudio di clacson e sirene. All’imbrunire il corteo di auto sulle quali sono stati divisi Giovanni Brusca, suo fratello Enzo e uno dei favoreggiatori, arrestati nell’Agrigentino, parte a forte velocità in direzione di Palermo (L'Espresso)

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Ci sono “verità che anche se scomode, devono essere raccontate”. All’udienza era presente il boss pentito Giovanni Brusca, che ha partecipato da uomo libero dopo la recente scarcerazione per fine pena (LA NOTIZIA)