Contagi Covid 19, numeri troppo bassi secondo Crisanti: i sospetti, ecco quello che non torna

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In pratica forse vengono effettuati pochi tamponi o non mirati, uno scenario che fa pensare come in realtà i contagi sono molti di più rispetto a quelli che vediamo.

Lo studio che svela l’arcano

I contagi per Covid-19 ormai da varie settimane si attestano sui 3.500 giornalieri ma secondo Andrea Crisanti, direttore Dipartimento di Microbiologia Molecolare Università di Padova, qualcosa non va.

Allo stesso modo, Crisanti ha detto la sua sulla possibilità di allungare il tampone a 72 ore, sottolineando che non è giustificabile in quanto una persona può infettarsi anche il giorno dopo. (Investire Oggi)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Con ogni probabilità perché non vengono fatti abbastanza tamponi e quelli che vengono fatti riguardano un universo statistico particolare, come quello dei lavoratori non vaccinati, e non della popolazione in generale Ma il rapporto contagi/decessi non convince il prof. (L'Adige di Verona)

Invece se i tamponi vengono usati ad esempio per la sorveglianza nelle classi, il risultato è completamente diverso” “Si può avere la tendenza a pensare che con un numero basso di casi sia tutto finito – ha aggiunto – invece così non è. (Salernonotizie.it)

Invece se i tamponi vengono usati, ad esempio per la sorveglianza nelle classi, il risultato è completamente diverso” “In tutti gli altri paesi d’Europa e del mondo c’è un rapporto di uno a mille rispetto ai numeri dei casi e dei decessi, quindi dovremmo avere anche noi un numero molto più grande di contagi e non si capisce questa situazione”. (Italia Sera)

Il che vorrebbe dire un numero almeno 5 volte superiore a quello comunicato nei bollettini Covid del ministero della Salute. Per carità, non siamo medici e può essere anche che in quello che dice Crisanti ci sia un fondo di verità (Nicola Porro)

il greenpass per avere un impatto sulla trasmissione dovrebbe essere limitato a quello che hanno fatto la seconda dose entro sei mesi e a chi ha fatto il tampone dopo le 24 ore. Invece se i tamponi vengono usati, ad esempio per la sorveglianza nelle classi, il risultato è completamente diverso. (politicamentecorretto.com)

il greenpass per avere un impatto sulla trasmissione dovrebbe essere limitato a quello che hanno fatto la seconda dose entro sei mesi e a chi ha fatto il tampone dopo le 24 ore. Lo ha detto Andrea Crisanti, direttore Dipartimento di Microbiologia Molecolare Università di Padova, a 24Mattino su Radio 24 (IN DIES)