Il M5S non va fino in fondo e la sfida sulle armi si conclude con l'ennesima sconfitta

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L'INDIPENDENTE INTERNO

Come il Parlamento ci ha già detto di fare, come ci avete chiesto voi».

La spinta “rivoluzionaria” si è esaurita, i cittadini hanno scoperto l’inganno e inevitabilmente il partito si è avviato verso percentuali di consenso minime, come evidenziato alle ultime amministrative.

Così, al culmine di una irrepetibile legislatura, il M5S si sfalda, seguendo il profilo tipico dei partiti “personali” inaugurati con l’avvento di Silvio Berlusconi sulla scena politica italiana

Da notare come le modifiche al decreto-legge avanzato dal governo Draghi ci siano state, ma non relativamente ai futuri consensi da parte del Parlamento in materia di invio di armi. (L'INDIPENDENTE)

Ne parlano anche altre testate

I sì sono stati 219, 20 i no, 22 gli astenuti.Respinte le altre 4 risoluzioni presentate dalle minoranze, compresa quella di Fratelli d’Italia che aveva chiesto il voto per parti separate: richiesta bocciata dall’Aula Martedì 21 giugno 2022 - 18:49. (Agenzia askanews)

Il voto finale. Alla fine, la mozione passa ad ampia maggioranza: 219 favorevoli, 20 contrari e 22 astenuti Nella sostanza, però, il documento non concede molto alla linea del Movimento cinque stelle: si parla sì dell’ampio coinvolgimento del Parlamento, ma solo nei limiti del dl 14/2022. (Open)

“Ribadiamo con forza la nostra appartenenza all’Ue e all’Alleanza atlantica, cosa mai messa in discussione. Basta falsità e strumentalizzazioni su questo tema”, ha concluso (Il Fatto Quotidiano)

Uno psicodramma molto più psico che dramma. E i 5 stelle si acconciano a un accordo che gli lascia poco o nulla in mano rispetto non solo alle richieste iniziali, ma anche al compromesso al ribasso che era andato maturando nel corso delle ultime ore (L'HuffPost)

Nuove armi all’Ucraina: prima lo scontro, poi il sì a Draghi. Di Maio strappa: è scissione. FRANCESCO OLIVO (La Stampa)

Il testo della risoluzione delle forze di maggioranza è il frutto di una mediazione lunga e complicata, raggiunta dopo l’intervento prima del voto di Mario Draghi. Un risultato importante quello ottenuto dal suo governo dopo giorni di tensione a 5 Stelle, culminate con l’imminente addio di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, al Movimento di Beppe Grillo e Giuseppe Conte. (Il Riformista)