Soverato, chiede di essere pagata: presa a calci e pugni dal datore di lavoro

LAPRESSE INTERNO

L’episodio è accaduto a Soverato, località balneare in provincia di Catanzaro, e la protagonista è una ragazza nigeriana che ha ripreso l’accaduto in diretta sui social dove il video è poi diventato virale.

La ragazza, una 25enne nigeriana, ha ripreso tutto con il telefonino diffondendo le immagini sui social. Presa a calci e pugni dal proprio datore di lavoro a cui chiedeva di essere pagata.

La risposta è brusca: “Non ti preoccupare, ci sono gli avvocati e adesso arrivano i Carabinieri, qui è casa mia”, poi seguono parolacce, insulti, calci e pugni

Nelle immagini che riprendono quei momenti concitati la giovane si rivolge a un uomo a cui chiede “dove sono i miei soldi?”. (LAPRESSE)

Ne parlano anche altri media

Sono arrivati – ha riferito Valentino – tanti messaggi di solidarietà e di disponibilità ad assumere questa lavoratrice, che sta già lavorando in un altro lido. Noi dovevamo essere qui perché intanto quel video non racconta una storia episodica, ma racconta la storia di tanti lavoratrici e tanti lavoratori del settore del turismo che non si vedono riconosciuti i loro diritti. (Corriere della Calabria)

La colpa, spiega la giovane ai microfoni di Repubblica, “aver rivendicato il pagamento delle reali ore lavorate – dieci al giorno, a volte anche di più – e non quelle fittiziamente indicate sul contratto. (StrettoWeb)

Episodi del genere non dovrebbero succedere e il buon senso e, soprattutto, il rispetto della persona dovrebbe andare al di là dei soldi e di ogni altra cosa. 24 anni, il volto provato dopo l'episodio di violenza inaudita che l'ha vista, suo malgrado, protagonista stamattina. (Gazzetta del Sud - Edizione Catanzaro, Crotone, Vibo)

Amante della lettura e della scrittura, trasforma la sua passione in lavoro, diventando esperto nella scrittura per il web. Chiede di essere pagata, il datore di lavoro l’aggredisce. (Virgilio Notizie)

In Calabria a questa gentaglia tutto è permesso perché da noi la Legge non esiste, o meglio la legge protegge questi infami, e umilia chi non può difendersi Pirroncello, insieme alla moglie Deborah, fanno parte di quella “categoria”, appoggiata da politici mafiosi, che si lamentano di non trovare personale per via del reddito di cittadinanza. (Iacchite)

Al di là del caso pratico della cifra, di quello che doveva essere, non doveva succedere un episodio di violenza. Un episodio gravissimo che ha portato la giovane a sporgere denuncia alla locale compagnia dei carabinieri (Gazzetta del Sud - Edizione Catanzaro, Crotone, Vibo)