Prospettive cupe per l'S&P 500: ecco i target di Goldman Sachs e Ubs

Money.it ECONOMIA

I dati intraday e in tempo reale del Grafico S&P 500 sono tratti dalle quotazioni di prodotti OTC. Prospettive cupe per l’S&P 500 e in generale per i mercati finanziari globali. La strada intrapresa dalla Fed nel rialzo dei tassi è stata ben definita da Jerome Powell a Jackson Hole: l’aumento da 75 punti base deciso all’ultima riunione del FOMC ha dunque rispettato le aspettative. Tuttavia, i mercati non avevano previsto stime ancora più aggressive per il 2023, con un tasso che si attesterà al 4,5-4,75%: il risultato è stato un crollo dei prezzi superiore al 5% in meno di tre sedute. (Money.it)

Ne parlano anche altri giornali

Ieri sera la Federal Reserve ha aumentato i tassi di interesse di ulteriori 75 punti base (è il terzo rialzo consecutivo di questa intensità) portando il range dal livello precedente compreso tra il 2,25% e il 2,50% fino all’attuale 3%-3,25%, massimo dal 2008. (IG Italia)

L’economia globale sta attraversando una fase di grandi cambiamenti, molti dei quali si accavallano l’un l’altro in un arco temporale molto breve. Motivo per cui molti dei punti di riferimento che hanno guidato la politica degli Stati in questi anni stanno cambiando, portando a delle inevitabili ripercussioni anche sulla vita di milioni di cittadini. (QuiFinanza)

Wall Street in ribasso, all’indomani dell’ennesimo maxi rialzo dei tassi da parte della Fed di Jerome Powell, pari a +75 punti base per la terza volta consecutiva. Wall Street paga ancora lotta Fed contro inflazione. (Finanza.com)

Le valute dell'Asia, al di fuori del Giappone, sono destinate a subire pressioni oggi, visto l'atteggiamento falco della Fed, puntualizzano gli esperti. Il dollaro si è rafforzato durante la seduta asiatica con la prospettiva di ulteriori rialzi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. (Milano Finanza)

L’inflazione sembra non voler mollare la presa, tanto che le banche centrali si trovano costrette ad aumentare i tassi di interesse. A partire dalla statunitense Fed che ha varato un nuovo rialzo dello 0,75%, portando così il costo del denaro al 3,5% circa, il livello più alto mai raggiunto dalla crisi del 2008. (la VOCE del TRENTINO)

Tuttavia, mentre la volontà della Fed di contrastare l’inflazione inducendo un rallentamento recessivo comincia a farsi strada, le speranze che un picco dei tassi intorno al 4,5% sia di breve durata cominciano a scemare. (Milano Finanza)