Pm, omissioni da figure apicali sulle torture al Beccaria

Pm, omissioni da figure apicali sulle torture al Beccaria
Il Messaggero Veneto INTERNO

Il "metodo di violenze" attuato nel carcere minorile Beccaria di Milano "ha avuto il suo principale fondamento nel contributo concorsuale omissivo e doloso di una serie di figure apicali, con posizione di garanzia effettiva nei confronti dei detenuti" e "fra questi" l'ex "comandante della Polizia Penitenziaria", Francesco Ferone, ieri sospeso, "che ha consapevolmente agevolato e rafforzato le determinazioni criminose dei suoi sottoposti". (Il Messaggero Veneto)

Ne parlano anche altre testate

«Dai, dobbiamo vedere, comunque, il fatto stesso che questo direttore, “sì, vado a prendere i video”, vabbé ci sta. Però che mi vai a denunciare in Procura anche no». (Corriere Milano)

«Tante cose succedevano di notte. Hanno ammanettato e picchiato un ragazzo, l’hanno spaccato di calci e di pugni, all’epoca lì non c’erano ancora le telecamere. (Corriere Milano)

Nell’ordinanza del Giudice delle Indagini Preliminari Stefania Donadeo a pagina 58 parte il racconto del ragazzo. L’episodio fa parte di quelli che hanno fatto finire in arresto 13 agenti di polizia penitenziaria con le accuse di tortura, maltrattamenti e falso. (Open)

I racconti del Beccaria sono agghiaccianti: in carcere i ragazzi vanno educati, non solo puniti

A raccontarlo al segretario nazionale del Sappe Francesco Pennisi (non indagato) al telefono è uno degli agenti della Penitenziaria. Intercet… (La Stampa)

Una struttura senza alcun controllo interno, nella quale quel "sistema consolidato" negli anni di pestaggi e torture su ragazzi di 16 e 17 anni con storie problematiche, tra disagio, reati e tossicodipendenza, aveva preso piede indisturbato, almeno fino a qualche mese fa con l'arrivo del nuovo direttore al carcere minorile Beccaria. (L'Unione Sarda.it)

“…lo colpiva con più cinghiate anche nelle parti genitali fino a provocarne il sanguinamento (…) lo lasciavano completamente nudo dentro la stanza per un’ora, senza nessun indumento o coperta; (…) lo svegliavano per spostarlo dalla sua cella e lo colpivano nuovamente in faccia con schiaffi e pugni, insultandolo con termini quali ‘sei un bastardo, sei un arabo zingaro, noi siamo napoletani, voi siete arabi di merda’”. (Il Fatto Quotidiano)