Il testimone dell'omicidio di Alika: Ho urlato 'fermo lo ammazzi', poi ho chiamato la polizia

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Continua a ripeterlo a chiunque Mariano Mosconi, testimone oculare dell'omicidio dell’ambulante Alika Ogorchukwu da parte del 32enne Filippo Ferlazzo.

Il testimone dell’omicidio di Alika: “Ho urlato ‘fermo lo ammazzi’, poi ho chiamato la polizia” Fanpage.it ha incontrato uno dei testimoni oculari dell’omicidio di Alika, a Civitanova Marche.

Mariano Mosconi, impiegato all’agenzia delle dogane e dei monopoli di Civitanova, lo scorso venerdì pomeriggio si è ritrovato suo malgrado sul luogo della tragedia. (Fanpage.it)

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Al raduno, la comunità nigeriana rimarrà in silenzio, lontana dagli slogan che hanno segnato questi giorni. "Stanno aderendo all’iniziativa i nigeriani di tutta Italia – spiega Nelson Ogbonna, referente della comunità nigeriana di San Severino – saremo più di cinquecento". (il Resto del Carlino)

Prima dell'autopsia era andata in scena la tragica incombenza del riconoscimento del corpo parte della moglie Un peso e una violenza che avrebbero causato il soffocamento dell'ambulante nigeriano, aggredito e ucciso in strada a colpi di stampella e poi a mani nude. (L'Unione Sarda.it)

"Quando veniva da noi all’inizio, non aveva preso bene la separazione dei genitori – spiega un operatore –, soffriva molto per questo. Da allora non l’ho più visto, ma quando ho saputo che era andato a Civitanova sono rimasto molto sorpreso. (il Resto del Carlino)

Guardare non ci riguarda e – vale almeno per uno dei non intervenuti – filmare non ci riguarda? Io credo fermamente che ogni inquadratura rispecchi anche l’indole del cineasta, e che ogni immagine ci mostri ciò che sta davanti e, al contempo, dietro la macchina da presa (cinematografo.it)

di Paola Pagnanelli. Charity urla dal dolore, davanti all’obitorio di Civitanova, dopo aver visto per l’ultima volta il corpo del marito, il 39enne nigeriano Alika Ogorchukwu. Avete visto anche voi il video, ci sono persone che filmano con i telefonini mentre una persona viene aggredita. (il Resto del Carlino)

L’iniziativa, proposta dal presidente Dino Latini, sentiti anche i capigruppo, era stata auspicata in aula anche dal consigliere dem Romano Carancini per un fatto "che ha segnato la nostra regione". Latini ha sottolineato "la necessità dello Stato di fornire una risposta adeguata nel condannare senza appello il responsabile"; ha ribadito la "solidarietà per la famiglia" definendo il delitto "efferato" e che "ha stordito la nostra comunità. (il Resto del Carlino)