Rapporto Censis 2022: Paese nell'incertezza, scuola ancora di più

Tecnica della Scuola INTERNO

Il rapporto Censis 2022 parla chiaro: il Paese è affetto da incertezze e da criticità che si riversano anche nella scuola. I dati sulla denatalità si traduce in “tsunami demografico”, mentre le percentuali su dispersione scolastica e Neet sono inquietanti, specie al Sud. Ne parliamo con il vicedirettore della Tecnica della Scuola Reginaldo Palermo in questo video: I dati Censis sulla scuola Negli ultimi cinque anni gli alunni delle scuole sono diminuiti da 8,6 milioni a 8,2 milioni: -4,7% (403.356 in meno). (Tecnica della Scuola)

Ne parlano anche altri media

Dal nuovo rapporto Censis emerge la descrizione di un popolo italiano malinconico e spaventato dagli eventi globali. Pandemie, guerre e crisi economiche hanno messo a dura prova lo stato emotivo della popolazione. (Nicola Porro)

Mentre i nostri giovani sono stanchi perfino delle sirene degli «influencer» (ritenuti gente «senza competenze certe»). Non crediamo più di poter migliorare il nostro futuro, siamo diventati «malinconici», spaventati dagli eventi globali sempre più prossimi che possono inaspettatamente compromettere presente e futuro. (L'Eco di Bergamo)

La lettura dello stato sociale del Paese con gli occhiali del Censis è da sempre decisiva per cogliere le tendenze di breve-medio periodo in atto: quella attuale segna una radicale discontinuità rispetto al passato, si potrebbe affermare che siamo alle soglie di una nuova era. (Start Magazine)

Delusa soprattutto dal fallimento del populismo, che aveva sollevato furiose speranze e si è afflosciato nel nulla. Il cinquantaseiesimo rapporto del Censis – che ogni anno è uno degli “atti” più significativi della sociologia italiana – ci racconta di una società rassegnata e delusa ma con diverse buone idee. (Il Riformista)

Nel Paese c’è una spiccata tendenza all’invecchiamento e all’impoverimento. Poveri vecchi, verrebbe da dire. (L'Eco di Bergamo)

Negli ultimi cinque anni gli alunni presente nelle nostre aule scolastiche sarebbero passati da 8,6 milioni a 8,2 milioni, che significa 400mila studenti in meno e un trend negativo del -4,7% che è particolarmente evidente nella scuola dell’infanzia, con una percentuale di -11,5% di alunni in cinque anni, e di -8,3% nella scuola primaria. (ilGiornale.it)