Per Renzi un posto nel Cda di Delimobil, colosso russo del car sharing

Il Sole 24 ORE INTERNO

Nel prospetto Delimobil scrive in via cautelativa che, nel caso in cui Renzi venisse condannato in una delle inchieste in cui è coivolto, dovrebbe dimettersi dal Cda.

2' di lettura. Dallo scorso agosto il leader e senatore di Italia Viva Matteo Renzi siede nel Cda di Delimobil, colosso russo del car sharing.

Dopo le consulenze (e annesse polemiche) in Arabia Saudita, spunta dunque un nuovo incarico per l’ex premier in una società estera. (Il Sole 24 ORE)

La notizia riportata su altre testate

Dopo i rapporti con il principe saudita, che gli valsero il titolo di Lawrenzi d’Arabia, il Matteo più scaltro su piazza fa ufficialmente il suo ingresso nel consiglio d’amministrazione della Delimobil, colosso russo del car sharing. (Corriere della Sera)

Forse se il presidente Conte ci parla di questo, e i Cinque stelle si ricordano della loro battaglia sull’onestà ci divertiamo. Così Matteo Renzi a margine della presentazione del suo libro a Potenza, rispondendo a una domanda sulle accuse di conflitto d’interessi per il suo ruolo di consigliere all’interno della più grande società russa di car sharing, la Delimobil. (Il Fatto Quotidiano)

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, continua a fare affari all’estero, tra l’altro con Paesi su cui vi sono diverse ombre, e allo stesso tempo a sedere a Palazzo Madama. “Il senatore Renzi è felice di collaborare all’attività della società Delimobil il cui socio di riferimento, Vincenzo Trani, è un imprenditore napoletano che Renzi stima. (LA NOTIZIA)

CHI È VINCENZO TRANI. Trani, scrive il Corriere della Sera, vive in Russia, a Mosca, da circa vent’anni. Matteo Renzi fa parte del consiglio di amministrazione di Delimobil, la società di car sharing dominante a Mosca (fondata da un italiano) che punta a quotarsi a New York. (Startmag Web magazine)

La società fa capo all'imprenditore napoletano Vincenzo Trani, che ne è socio di riferimento. (Sputnik Italia)

In quella di Firenze sulla Fondazione Open ci sono due nuovi indagati per traffico di influenze, un avvocato e un imprenditore cinematografico. Solo che su Matteo si discute della presenza (lecita) nei cda di società quotate, del fu socio e amico di Conte, di tangenti sulle mascherine». (La Sicilia)