Processo all'Ars per le troppe norme impugnate dal governo. Miccichè: "Situazione mortificante"

La Repubblica INTERNO

Dunque, intanto, la prima decisione, che ricade sugli organismi parlamentari: “Non accetterò più in aula leggi dalle commissioni che contengono profili di incostituzionalità, ve li risolvete in commissione”

"Io non sono più disponibile a farmi impugnare norme dal governo nazionale.

“Spesso mi dicono che nelle commissioni le norme vengono votate senza avere manco il testo davanti.

Quello che è successo negli ultimi mesi, col 15 per cento di norme impugnate, è mortificante, ve lo dico sinceramente. (La Repubblica)

Ne parlano anche altre fonti

Io sono una istituzione che non può fare altro che rispettare al 100% quelle che sono le indicazioni del governo nazionale. Non posso decidere di fare diversamente da quello che viene deciso dal governo addirittura con legge», ha poi aggiunto Miccichè. (La Sicilia)

"Su Palermo abbiamo aspettato queste amministrative, mi permetterei ancora qualche giorno di attesa, ci sono ancora contatti ed incontri romani. "Nomi buoni ne abbiamo in tutti i partiti, poi ogni giorno ne esce una nuovo - ha detto -. (Giornale di Sicilia)

Alle sue spalle si piazza il candidato di FdI, Lega e Diventerà Bellissima con una percentuale del 29,50%. Sul secondo gradino del podio si piazza Claudio Vassallo, sostenuto da Lega e FdI, candidato molto vicino al deputato del Carroccio Alessandro Pagano che a San Cataldo detiene la sua storica roccaforte. (Livesicilia.it)

Il voto in Sicilia è un terremoto per il centrodestra: stop di Micciché ai candidati sovranisti di Claudio Reale e Sara Scarafia. Gianfranco Micciché. Il governatore Musumeci da 48 ore tace e non commenta la tornata elettorale. (La Repubblica)

Il presidente dell'Ars e coordinatore del partito in Sicilia è entusiasta del risultato di Forza Italia alle Amministrative dello scorso weekend. Il passo verso le Comunali di Palermo e le Regionali adesso è ancora più breve. (PalermoToday)

Anche questa mattina, una nuova fumata nera per assenza del numero legale. Nomine di sottogoverno, insomma, che nell’era del grande gelo del centrodestra, restano a prendere polvere negli uffici della commissione all’Ars. (La Repubblica)