Shevchenko sul rigore del 2003: «A metà del tiro capì tutto»

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Intervistato da la rivista 7, Andrij Shevchenko ha parlato anche del rigore decisivo segnato a Buffon nella finale di Champions del 2003.

Le sue parole:. Intervistato da la rivista 7, Andrij Shevchenko ha parlato anche del rigore decisivo segnato a Buffon nella finale di Champions del 2003.

A metà del tiro, con la palla ancora per aria, vedo Buffon che va giù dall’altra parte e capisco prima degli altri che è fatta, che quell’istante rimarrà per sempre»

Rigore decisivo?

Manco me ne ero reso conto che era lui, correvo e basta, me lo trovai davanti. (MilanNews24.com)

Ne parlano anche altre fonti

Adesso che sono allenatore, penso che forse avremmo dovuto spezzare quei maledetti sei minuti in cui ci fecero tre gol (TUTTO mercato WEB)

Sulla sconfitta di Istanbul col Liverpool. "La ferita sanguina ancora. Nei primi tre mesi dopo quella sconfitta così acida mi svegliavo gridando nella notte e cominciavo a pensarci. (Fantacalcio ®)

Mi avevano preso all’accademia della Dinamo Kiev, mi sembrava di cominciare a vivere un sogno. dell’Ucraina, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera dove ha raccontato anche un aneddoto sulla sua infanzia relativo all’esplosione del reattore 4 di Chernobyl. (Calcio News 24)

In un'intervista a 7, il magazine del Corriere della Sera, Andryi Shevchenko ha ricordato alcuni momenti della sua carriera da calciatore al Milan, come la clamorosa sconfitta in finale di Champions League contro il Liverpool di Istanbul: ​"La ferita sanguina ancora, scrissero che tra il primo e il secondo tempo ci lasciammo andare a festeggiamenti anticipati, tutte balle. (Calciomercato.com)

Una volta che hai deciso dove tirare, non importa cosa fa Buffon, non importa niente, basta non cambiare idea". Andrij Shevchenko ha scritto pagine importanti della storia del Milan ed è stato uno dei grandi protagonisti della conquista della Champions League nel 2003 ai danni della Juventus nella famosa finale di Manchester. (ilGiornale.it)

Tanta scuola e sport ovunque. Curioso aneddoto raccontato dall'ex calciatore ucraino: "Avevo 12 anni e ci fecero disputare un torneo in una città che si chiama Agropoli". (AreaNapoli.it)