A Cuba finisce un’epoca: per la prima volta non c’è un Castro al comando

Business Insider Italia ESTERI

Finisce così la dinastia dei Castro a Cuba.

L’avvicendamento, benché segni la fine di un’epoca iniziata nel 1959, in realtà non dovrebbe costituire uno strappo particolare per la politica cubana, poiché Díaz-Canel è considerato un fedele castrista e un prosecutore dei sistemi e dell’ideologia che hanno guidato Cuba dagli anni ‘50 ad oggi

E ora, per la prima volta alla guida dell’isola e del partito non ci sarà un Castro. (Business Insider Italia)

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Si compie così l’ultimo gesto di una svolta che proietta l’isola in un futuro ancora pieno di incertezze ma anche di speranze. Cuba vive un momento di durissima crisi economica, con lunghe file davanti ai negozi per i beni di prima necessità e il razionamento deciso dal governo per fronteggiare la grave penuria di prodotti alimentari (la Repubblica)

Raul Castro, fratello d E intanto si attendono le mosse della Casa Bianca.Si chiude un'era a Cuba. (La Verità)

E’ Miguel Díaz-Canel il nuovo volto del potere a Cuba. Uscito Raúl, al vertice del Pc, partito único e «forza dirigente» del paese, non vi è alcun rappresentante della famiglia Castro. (Il Manifesto)

"Diaz-Canel è stato eletto primo segretario del Comitato centrale del partito comunista di Cuba in occasione dell'ottavo congresso del PCC", ha annunciato il partito su Twitter. ome previsto, Miguel Diaz-Canel prende ufficialmente il posto di Raul Castro come leader di Cuba. (AGI - Agenzia Italia)

Il testo completo di questo contenuto a pagamento è disponibile agli utenti abbonati Castro ha dichiarato di avere la «soddisfazione di affidare la guida del Paese a un gruppo di leader preparati, rafforzati da decenni di esperienza nel passaggio dalla base alle alte responsabilità, impegnati nell'etica della rivoluzione, identificati con la. (Il Mattino)

La “pace mondiale” sarebbe stata impostata in base a leggi redatte dalle Nazioni Unite e dettate dal Consiglio di Sicurezza. E, per questo, Cuba continua a rappresentare un sonoro schiaffo, sferrato nel grande Novecento, che brucia ancora all’imperialismo. (L'AntiDiplomatico)