Covid, cosa c'è ancora da sapere sull'origine del virus? dalla Bat Woman di Wuhan agli 007 Usa

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E Fauci chiede alla Cina le cartelle cliniche. Il documento. Sebbene particolarmente esplosivo, il comunicato stampa era passato piuttosto inosservato.

“Bat Woman” e lles. lles Demaneuf, 52 anni, è uno scienziato di dati presso la Bank of New Zealand ad Auckland.

Wuhan, il capo del laboratorio nel 2015: «Un nuovo virus potrebbe infettare l'uomo».

I ricercatori in questione, aveva aggiunto il Dipartimento di Stato, avevano presentato «sintomi corrispondenti sia al Covid-19 che alle comuni malattie stagionali». (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altri giornali

Lo spiega all’AGI Sudhir Kumar, Ph.D, direttore dell’Istituto di Genomica e Medicina evoluzionistica presso la Temple University di Philadelphia, commentando il dibattito sulle origini della pandemia e del virus (AGI - Agenzia Giornalistica Italia)

La realtà dei fatti che in parte sta emergendo anche in questi giorni ci fornisce poche ma granitiche certezze. E se a Pechino pensano di poterla passare liscia dopo tutto quello che hanno combinato con il SARS-CoV-2, allora siamo davvero fritti (Rights Reporter)

Joe Biden ha dato 90 giorni di tempo alle agenzie Usa affinché gli esperti possano riferire che cosa è successo all’interno del laboratorio cinese. E si torna alla questione dei funzionari del Dipartimento di Stato Usa (Zone D'Ombra)

Intervistato da Repubblica, Asher ha ricordato che quella della fuga dal laboratorio era considerata una storta di teoria del complotto fino a qualche mese fa. Sono due gli scenari presi attualmente in considerazione dall'intelligence Usa: un incidente di laboratorio e un contatto umano con un animale infetto. (TIMgate)

Adesso ci spieghi da cosa si può capire se un virus è nato in laboratorio oppure è nato naturalmente. Le differenze tra il genoma di un virus naturale e di un virus chimerico sono univoche, ossia c’è la possibilità di riscontrarle in modo evidente oppure no? (Avvenire)

Lo dice una nuova analisi, che evidenzia ancora una volta i rischi di malattie derivanti da questo tipo di mercati, usuali proprio in Cina. Se non chiusi, la stragrande maggioranza di questi mercati in Cina e in tutto il mondo che vendono animali vivi devono essere meglio regolati e le condizioni igieniche migliorate (greenMe.it)