Letta-Conte, prove di ticket: «Insieme alle politiche 2023» | il manifesto

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Il ticket dei due ex premier verso il 2023 è partito

Enrico Letta, in una inusuale veste lirica, utilizza un sonetto di Dante per descrivere la coalizione che dovrà sfidare Salvini e Meloni alle politiche.

Conte e Letta, entrambi cacciati da palazzo Chigi dal rottamatore, non hanno bisogno di aggiungere una virgola.

«Le amministrative sono solo una tappa intermedia del percorso che deve portarci uniti alle politiche del 2023 per avere la maggioranza», risponde Letta. (Il Manifesto)

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Su questo punto, quello della collocazione politica, Conte ha garantito che il M5S conserverà la sua vocazione «trasversale e popolare». Ai parlamentari l’altra sera Conte ha detto soltanto che intende discuterne insieme a loro. (Il Manifesto)

Un'alleanza che dovrà essere «tra persone che si stimano», avverte Letta, e che dovrà andare oltre il Pd, M5s e la sinistra ecologista di Elly Schlein, anche lei presente all'incontro. Letta glissa sul punto, si limita appunto a sottolineare la necessità di superare le rivalità che hanno segnato il centrosinistra in passato. (DiariodelWeb.it)

Il Pd come prima forza a mediare, e al Centro magari l’Azione di Calenda che potrebbe creare interesse e attrarre ciò che resterà di Forza Italia e del campo liberale, riformista e moderato Ieri sera c’è stato il primo faccia a faccia pubblico tra Conte e Letta, convocati a casa Agorà di Goffredo Bettini. (Dire)

“Mi spiace che Letta viva con l’ossessione di Salvini e della Lega, perchè deve avere una brutta vita”, ha aggiunto. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, ai microfoni di ‘Rete Veneta’. (LaPresse)

Basterebbe un’immagine per raccontare quel Conte: c’è il futuro leader del Movimento 5 Stelle che sorride sornione con il suo ministro Salvini reggendo un foglio con l’hashtag #decretosalvini e la dicitura “sicurezza e immigrazione”. (Il Riformista)

Insomma, il «non detto» di questi giorni è che sia i nuovi 5Stelle che dalle parti del Nazareno temono ad ottobre di ritrovarsi in mezzo alle macerie Per il Pd sembra non essere un vulnus, «non mi strappo le vesti se non riusciamo immediatamente a risolvere tutti i problemi», spiega il segretario dem. (Italia Oggi)