Vaiolo delle scimmie, in Italia aumentano i casi

Tuttosport SALUTE

Gli uomini sono le persone maggiormente colpite: 634 i contagiati contro solo 10 donne.

Le regioni con il maggior numero di casi sono la Lombardia con 282 casi e il Lazio, 118 casi.

In Emilia Romagna i casi sono 65 e in Veneto 44

L'incremento rispetto all'ultima rilevazione è di 45 casi, quelli quelli collegati a viaggi all'estero sono 182.

L'ultimo bollettino del Ministero della Salute riguardante i casi di vaiolo delle scimmie in Italia riporta che continuano a salire i contagi che sono arrivati a quota 644. (Tuttosport)

Se ne è parlato anche su altri media

Seguono il Piemonte e la Campania rispettivamente con 25 e 21 contagi accertati, la Liguria e la Puglia ne registrano 13, il Friuli Venezia Giulia 11. A guida delle regioni Italiane con più casi di vaiolo delle scimmie confermati, c’è la Lombardia con 283 contagiati, seguita dal Lazio che ne conta 118. (Il Quotidiano Italiano - Nazionale)

I soggetti ad alto rischio e gli operatori sanitari che lavorano in laboratorio e manipolano il virus, vengono identificati dalle Aziende sanitarie. Le Regioni con il più alto numero di casi riscontrati sono Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto (Tiscali Notizie)

La Regione con il più alto numero di casi confermati resta la Lombardia con 283, seguita da Lazio (118), Emilia Romagna (69), Veneto (44), Toscana (30), Piemonte (25), Campania (21), Liguria e Puglia (13), Friuli Venezia Giulia (11). (Today.it)

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In tutto saranno vaccinati una decina di pazienti a rischio, con richiamo dopo quattro settimane. BELLUNO. Il vaiolo delle scimmie o monkeypox è un’infezione zoonotica (trasmessa dagli animali all’uomo) causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo (Poxviridae) ma che si differenzia per la minore trasmissibilità e gravità della malattia. (Corriere Delle Alpi)

Al momento infatti la modalità di contagio e la velocità di diffusione, così come l’efficacia delle misure non farmacologiche, fanno escludere la necessità di una campagna vaccinale di massa. In questa fase, quindi, Regione e aziende sanitarie, a partire dalle strutture di malattie infettive, svilupperanno tutti i passaggi necessari per definire modalità di somministrazione, in osservanza di tutte le opportune misure da adottare e in attesa che le dosi necessarie di vaccino siano effettivamente disponibili (LuccaInDiretta)