Alzheimer: la lingua d’origine influisce sulla malattia

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Esaminando le caratteristiche diverse che l’afasia assume nei pazienti parlanti lingue differenti, hanno scoperto che la lingua d’origine agisce su una maggiore predisposizione al declino delle facoltà cognitive.

La ricerca è molto impegnata nel cercare di capire quali siano le cause di questa malattia.

Adesso un nuovo studio dell’Università della California in collaborazione con l’ospedale San Raffaele di Milano ha dimostrato che c’è un fattore chiave nell’insorgenza della malattia, che è rappresentato dalla lingua d’origine. (NewsSalute.it)

Su altre fonti

Alla Spezia l’ Alzheimer Cafè ha iniziato l’attività lo scorso anno. Il primo Alzheimer Café è nato a Leida, in Olanda, nel 1997, per volontà dello psicogeriatra Bère Miesen. (Città della Spezia)

"Avevamo notato che c'erano effetti diversi nel linguaggio di pazienti di lingua inglese e italiana con lo stesso tipo di diagnosi. Il prossimo passo sarà ripetere lo stesso tipo di studio su più pazienti e anche per lingue diverse, come cinese e arabo. (Giornale di Sicilia)

Gli incontri, totalmente gratuiti, si terranno bisettimanalmente, dalle 15 alle 18, a partire da lunedì 20 gennaio fino al 18 giugno. Le iscrizioni ai corsi si possono fare direttamente nella sede dell’Ada Umbria, al parco della Pescaia, in via XX settembre 132, mentre per informazioni si può telefonare ai numeri 075.8670589 o 320.7929919. (TuttOggi)

Una cifra che è 8 volte superiore rispetto al dato ufficiale riferito ai costi diretti -di cui il 73% a carico delle famiglie- che ufficialmente ammontano a circa 11 miliardi di euro. Esaminando i trend attuali, rispetto ai 49 milioni di malati del 2019, già entro il 2020 questo numero salirà a 52 milioni, comportando un costo annuo della demenza che a livello mondiale supera i mille miliardi di dollari, cifra destinata a raddoppiare già entro i prossimi 10 anni. (Casteddu on Line)

Come riporta Ansa.it la lingua di origine influenza il modo in cui si manifestano l'Alzheimer e le demenze. L'indagine è stata condotta su 20 pazienti di lingua inglese e 18 di lingua italiana, tutti con una forma di afasia progressiva primaria. (il Giornale)

Le scansioni e i test effettuati per valutare il funzionamento del cervello hanno mostrato livelli simili di attivazione delle funzioni cognitive nelle persone, in entrambi i gruppi linguistici. (Italnews)