Covid, Ordine dei medici: “stiamo già trattando la pandemia come normale influenza”

StrettoWeb INTERNO

– spiega Anelli – In chi ha fatto la terza dose di vaccino, sostanzialmente la malattia viene gestita in maniera ordinaria, normale

Già avviene in molti casi.

“Stiamo già trattando la pandemia come un’influenza.

14 Gennaio 2022 15:06. Filippo Anelli, presidente della federazione nazionale degli Ordini dei medici, spiega come in molti casi la pandemia di Covid sia già gestita come normale influenza. (StrettoWeb)

Ne parlano anche altri media

Sarebbe questo, secondo quanto si apprende, l’orientamento emerso nel corso della riunione di oggi del Comitato tecnico scientifico in merito alla richiesta delle Regioni di modificare le modalità con le quali vengono conteggiati i pazienti Covid positivi negli ospedali. (Il Fatto Quotidiano)

Chiediamo misure di controllo dell’epidemia, non operazioni di maquillage che – afferma – camuffino la tragicità e la portata della pandemia” Il Cts contraria al cambio. Il bollettino che dà conto dei casi di Covid deve rimanere invariato. (Quotidiano di Sicilia)

Il Cts si inserisce nella discussione, nata dopo la richiesta delle Regioni di cambiare il modo in cui vengono conteggiati i nuovi positivi. Il conteggio dei nuovi positivi è importante per le decisioni sui cambi colore di ogni regione (ilgazzettino.it)

Professionisti che si sentono, appunto, soli, mentre anche le Istituzioni pubbliche perseguono il pur comprensibile obiettivo di evitare nuove misure restrittive. “La modifica dei criteri non può essere un’operazione di maquillage che camuffi la tragicità e la portata della pandemia – continua Filippo Anelli -. (OssolaNews.it)

“[…] tale proposta, oltre a sottostimare il reale sovraccarico degli ospedali, aumenta l’impatto organizzativo e il carico di lavoro degli operatori sanitari e presenta numerosi rischi. (Clicmedicina)

Infine, ha rilevanti risvolti medico-legali: la responsabilità di assegnare il paziente ricoverato ad una delle due categorie, con tutte le difficoltà e le discrezionalità del caso, è affidata al personale medico e alle aziende sanitarie, su cui ricadrebbero i rischi (PharmaStar)