Festival di Cannes, Pietro Marcello: “Il cinema non resti muto”

Annunciato, a sorpresa, dalla conduttrice del gala Virginie Efira, Zelensky è apparso sul grande schermo del Grand Theatre Lumiere in un tripudio di applausi e, con lo sguardo diritto alla platea, ha pronunciato un discorso su cinema e guerra citando titoli, richiamando immagini, concludendo con la parola d’ordine «Gloria all’Ucraina»

Il presidente Volodymyr Zelensky cambia, in un attimo, la temperatura della cerimonia inaugurale del 75° Festival di Cannes mettendo in ombra tutto il resto, in un collegamento da Kiev che diventa occasione per spingere il cinema a fare la sua parte, dando voce alla sofferenza del popolo ucraino (La Stampa)

Ne parlano anche altre fonti

Lo ha detto il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky nel collegamento con la cerimonia di apertura del Festival di Cannes, accolto da una ovazione. «Serve un nuovo Chaplin che dimostri che il cinema di oggi non è muto». (ilmattino.it)

La frase pronunciata da Zelensky, com’è noto, è tratta dalla pellicola di culto Apocalypse Now, che proprio a Cannes vinse nel 1979 l’ambita Palma d’oro. Ma intervenendo a sorpresa al Festival di Cannes, Volodymyr Zelensky ha deciso di cambiare registro, andando piuttosto sul tragico: «Amo l’odore del napalm al mattino», è la macabra frase con cui si presenta alla platea del Palais des Festivals et des Congrès. (Il Primato Nazionale)

A Cannes, con Zelensky impegnato in un dotto comizio che spazia tra Chaplin e Coppola a proposito di napalm e dittatori, la mimetica rimpiazza la ‘tenue de soirée’. Intanto però si accreditano le fanfare di Tik Tok (L'HuffPost)

e con gli arrivi delle prime star nella cittadina francese per partecipare al Festival, giunto alla sua 75° edizione. Sul tappeto rosso hanno sfilato abiti degni dell'occasione, ma non solo: a balzare agli occhi sono stati anche i gioielli indossati dalle ospiti della serata. (la Repubblica)

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha preso la parola all'inaugurazione del Festival di Cannes riferendosi al film di Charlie Chaplin, "Il dittatore", per invitare il cinema a non "tacere" di fronte all'attacco russo all'Ucraina. (L'Unione Sarda.it)

“Il mondo è scritto in una lingua incomprensibile e il cinema ci aiuta a tradurla” ha esordito Virginie Efira, l’attrice che ha condotto la serata. La giusta campagna di Zelenskyj per trovare solidarietà continua, e gli Anni Venti del XXI secolo ci vedono connessi in tempo reale e in modo ubiquo alla guerra in corso. (BergamoNews.it)