Decreto Liquidità: doppio ordine di garanzie per dare credito alle imprese

Ipsoa ECONOMIA

Lo mette in campo il decreto Liquidità, varato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 6 aprile 2020.

Il primo farà riferimento al Fondo centrale di garanzia PMI, ulteriormente rafforzato, dopo l’intervento del decreto Cura Italia (D.L.

Fondo di garanzia PMI. Per il Fondo di garanzia, il decreto Liquidità, sostituendo il contenuto dell’articolo 49 del decreto Cura Italia, ne prevede l’estensione per tutto il 2020 alle imprese fino a 499 dipendenti. (Ipsoa)

Ne parlano anche altre fonti

Le piccole imprese In questa categoria il decreto fa rientrare le imprese fino a 499 dipendenti. In questo caso la garanzia pubblica non è mai al 100%. (Corriere della Sera)

Per scioglierlo Giuseppe Conte convoca in mattinata a palazzo Chigi il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e l’ad di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo. Il clima, viene riferito, è di “massima collaborazione”, alla ricerca delle “migliori soluzioni” per dare risposte alle imprese. (Il Riformista)

Significa che se l’azienda non riesce a rimborsare il finanziamento provvederà a farlo uno di questi due enti e la banca non accumulerà sofferenze. E la somma che si può richiedere non deve superare il 25% del fatturato del 2019, secondo la bozza di decreto in circolazione. (Corriere della Sera)

I prestiti garantiti dallo Stato, ha precisato, " potranno arrivare fino al 25% del fatturato delle imprese o al doppio del costo del personale ". In particolare, 200 miliardi sarebbero destinati ai prestiti, "c on garanzie fino al 90% per tutte le imprese, senza limiti di fatturato ", mentre altri 200 miliardi ai crediti " destinati al sostegno dell'export ". (ilGiornale.it)

Il provvedimento consentirà alle imprese di ottenere prestiti a tasso zero, garantiti dallo Stato. Il ministro dell'Economia e i tecnici del Mef ritengono che garante sia la Sace, società controllata da Cassa depositi e prestiti. (Corriere di Viterbo)

In questo caso i prestiti devono essere d’importo non superiore al minore tra il 25% dei ricavi e l’importo non superiore a 800.000 euro. In questo caso la concessione della garanzia richiede però l’applicazione del modello di valutazione. (Fiscoetasse)