Wanna: la recensione della docuserie Netflix su Wanna Marchi

MILANO – Sulla scia di tante docuserie Netflix che raccontano di truffatori senza scrupoli e delle loro vicende, da Il truffatore di Tinder a L’uomo più odiato di Internet, si aggiunge ora una produzione italiana che riporta alla luce uno dei casi più mediatici che la televisione italiana abbia visto da inizio secolo. Wanna, ideata da Alessandro Garramone e diretta da Nicola Prosatore, è il resoconto della vita sotto i riflettori di Wanna Marchi e Stefania Nobile, le due televenditrici tristemente note da milioni di famiglie truffate dal loro schema di marketing. (The Hot Corn Italy)

Ne parlano anche altri media

L’Isola che non c’è di Wanna Marchi non era un’isola esotica o una difesa torre da curiosi e turisti, ma un piccolo paese emiliano con meno di quindicimila abitanti. A Ozzano è nata l’impresa di Wanna Marchi, che ha iniziato con un negozio di cosmetici e si è poi trasformata in una base operativa. (ControCopertina)

Wanna Marchi e Stefania Nobile: Non ci pentiamo di nulla, nel nostro futuro c’è l’Albania Le regine delle televendite commentano la serie Netflix Wanna. I numeri del lotto? Lo facevano già tutti. Se non si pente lo Stato perché dovrebbe Wanna Marchi?. (Fanpage.it)

Inoltre, a partire dalla stagione 2022-2023, in seguito a un accordo con Sky, ZONA DAZN è visibile anche sul satellite ai seguenti canali: ZONA DAZN (canale 214), ZONA DAZN 2 (canale 215), ZONA DAZN 3 (canale 216), ZONA DAZN 4 (canale 217) e ZONA DAZN 5 (canale 218). (Tutto.TV)

Da quel momento in poi niente è stato più lo stesso. È stato uno tra i casi giudiziari più seguiti e controversi di inizio anni 2000 che, inevitabilmente, ha aperto una finestra sul mondo patinato (e oscuro) delle televendite. (ilGiornale.it)

E ancora: risurrezione, […] Fughe. (Il Fatto Quotidiano)

La docuserie in quattro puntate sull’ex imbonitrice tv Wanna Marchi, sua figlia Stefania, il Mago di Nascimento, la Camorra, Dell’Utri, numeri del lotto a pagamento e Ozzano dell’Emilia, in onda da poche ore su Netflix, è di quelle che vanno fumate celeri in bing watching. (Il Fatto Quotidiano)