Wanna Marchi, su Netflix la storia della più grande truffatrice d'Italia

BOLOGNA Nel 1974 Wanna Marchi, a Bologna, per sbarcare il lunario trucca i morti all'obitorio. Un giorno - racconta - truccai una ragazzina morta giovanissima. Ci misi tutto il mio amore, alla fine la madre mi infilò in tasca un milione e mezzo di lire. Ci comprò una cinquecento blu, ma soprattutto capì di avere un talento da sfruttare (La Repubblica)

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Fughe. Lo spiega Wanna Marchi nella serie televisiva Wanna, in onda da ieri su Netflix; lo ripete e lo rivendica con il Fatto la figlia, Stefania Nobile. (Il Fatto Quotidiano)

Non risponde ovviamente a questo la straordinaria docu-serie in quattro puntate dedicata a Wanna Marchi appena diffusa su Netflix, ideata e firmata da Alessandro Garramone con la collaborazione di Davide Bandiera per la regia di Nicola Prosatore. (L'HuffPost)

Wanna Marchi e Stefania Nobile: Non ci pentiamo di nulla, nel nostro futuro c’è l’Albania Le regine delle televendite commentano la serie Netflix Wanna. I numeri del lotto? Lo facevano già tutti. Se non si pente lo Stato perché dovrebbe Wanna Marchi?. (Fanpage.it)

L’Isola che non c’è di Wanna Marchi non era un’isola esotica o una difesa torre da curiosi e turisti, ma un piccolo paese emiliano con meno di quindicimila abitanti. A Ozzano è nata l’impresa di Wanna Marchi, che ha iniziato con un negozio di cosmetici e si è poi trasformata in una base operativa. (ControCopertina)

Spaccato autentico di un evo italiano – gli ottanta/novanta – viepiù mitizzato modello filosofia Max Pezzali, Wanna è la descrizione intensa, rutilante, molto touch of evil, dell’operazione quanto male ci ha fatto la tv di quei lustri. (Il Fatto Quotidiano)