George Floyd, nuova autopsia: morto per asfissia causata da compressione del collo

Gazzetta del Sud INTERNO

George Floyd è morto per «asfissia causata da compressione al collo e alla schiena», secondo l’autopsia commissionata dai suoi famigliari.

Tutti gli agenti che erano presenti al momento del fermo e poi dell’uccisione sono «penalmente responsabili».

I funerali di George Floyd si terranno giovedì, come annunciato dal governatore del Minnesota Tim Walz.

L’autopsia ufficiale aveva invece escluso l'asfissia traumatica e lo strangolamento. (Gazzetta del Sud)

Ne parlano anche altri media

Un'autopsia indipendente ha confermato quello che il quadro aveva raccontato in un primo momento: George Floyd, secondo questo secondo esame, è morto perché asfissiato da quella che è stata definita "compressione". (ilGiornale.it)

«In questo caso il silenzio significa complicità», ha scandito, ripetendo che i quattro agenti coinvolti nella morte di Floyd sono da mettere «tutti sullo stesso piano». «Che cosa vuole?» chiede sbrigativo il sergente, sbucando dall’interno di una fortezza costruita due giorni fa. (Corriere della Sera)

Intanto uno degli avvocati, Antonio Romanucci, molto duramente ha commentato:“I poliziotti sono la ragione per cui è morto”. La famiglia, tramite i suoi legali, ha infatti comunicato che sarebbe ufficialmente morto per “asfissia dovuta a compressione di collo e schiena”. (Inews24)

Gli avvocati difensori hanno denunciato «mancanze estreme e di sistema» del dipartimento di polizia di Minneapolis. (Vanity Fair Italia)

Nel pomeriggio locale, in serata in Svizzera, sono previste diverse manifestazioni per George Floyd in città e il timore è che, come nelle ultime serate, le proteste diventino violente TG 20 di lunedì 01.06.2020. (RSI.ch Informazione)

In un rapporto preliminare si escludeva che questa fosse la causa della morte. George Floyd è morto per "un arresto cardiaco causato dalla pressione esercitata sul suo collo" dai poliziotti che lo hanno fermato, si è dunque si è trattato di un "omicidio". (L'Unione Sarda.it)