Uccise la figlia di 19 anni: condannato all’ergastolo. La procura: «Vicenda orribile»

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Dalle indagini emerse una frattura della mandibola, dalla quale si arrivò a capire che la ragazza era stata picchiata dal padre.

L’uomo, di nazionalità pakistana, è stato condannato anche per le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.

L’ipotesi sostenuta dal procuratore di Macerata Giovanni Giorgio, ora accolta dai giudici, servì a chiedere la modifica del capo d’imputazione in omicidio volontario. (Open)

Ne parlano anche altri giornali

Dopo quasi cinque ore e mezza di camera di consiglio la Corte d’assise di Macerata ha condannato all’ergastolo il 45enne pakistano per omicidio volontario ma anche per le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. (Corriere della Sera)

Si lasciava violentare dal padre per salvare la sorellina. Nonostante non fosse alla guida del veicolo che ha investito mortalmente la ragazza, Riaz si è visto contestare l'accusa di omicidio volontario. (Fanpage.it)

Dalle indagini, poi, emerse che la ragazza era stata picchiata dal padre tanto da riportare la frattura della mandibola, e lasciata dolorante a terra dove poi un'auto che sopraggiungeva l'aveva travolta. (Rai News)

Anche la mia assistita non ha mai avuto dubbi sulla colpevolezza del marito» dice l’avvocato Nardozza che tutela la madre di Azka, parte civile al processo. «La sentenza non rispecchia la realtà di quanto emerso al processo – dice l’avvocato Francesco Giorgio Laganà, difensore dell’imputato -. (Cronache Maceratesi)

Per gli esperti della difesa, invece, le ferite riportate da Azka derivarono dall'incidente stradale. Ultimo aggiornamento: 19:04. Il difensore ha parlato di «sentenza ingiusta perché fondata su un pregiudizio: aver ipotizzato la violenza dall'omicidio e viceversa». (Il Messaggero)

"Ci riteniamo soddisfatti perché sono state accolte le nostre tesi. Dalle indagini, poi, emerse che la ragazza era stata picchiata dal padre tanto da riportare la frattura della mandibola, e lasciata dolorante a terra dove poi un'auto l'aveva travolta. (la Repubblica)