Renzi (dopo l'Arabia) sbarca in Russia: un posto nel cda di un colosso del car sharing

Corriere della Sera INTERNO

di Claudio Bozza. Da agosto l’ex premier siede nel consiglio di Delimobil, azienda dell’imprenditore napoletano Vincenzo Trani che ora si vuole quotare a Wall Street.

La prossima quotazione a Wall Street «rappresenta una fase di internazionalizzazione importante a livello globale — si legge in una nota dell’ex premier —

Il senatore si dice «molto felice di collaborare all’attività della società Delimobil il cui socio di riferimento, Vincenzo Trani, è un imprenditore da me stimato». (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altre testate

Così Matteo Renzi a margine della presentazione del suo libro a Potenza, rispondendo a una domanda sulle accuse di conflitto d’interessi per il suo ruolo di consigliere all’interno della più grande società russa di car sharing, la Delimobil. (Il Fatto Quotidiano)

La società fa capo all'imprenditore napoletano Vincenzo Trani, che ne è socio di riferimento. (Sputnik Italia)

La società di proprietà italiana ma con sede in Lussemburgo, è leader nel car sharing a livello mondiale. “Il senatore Renzi è felice di collaborare all’attività della società Delimobil il cui socio di riferimento, Vincenzo Trani, è un imprenditore napoletano che Renzi stima. (LA NOTIZIA)

“Ovviamente”, conclude il comunicato, “la presenza di Renzi nel board Delimobil rispetta tutte le regole della legislazione italiana” Matteo Renzi fa parte del consiglio di amministrazione di Delimobil, la società di car sharing dominante a Mosca (fondata da un italiano) che punta a quotarsi a New York. (Startmag Web magazine)

Uno come lui nel car sharing non può durare a lungo: gli piace troppo andare a sbattere da solo Dopo i rapporti con il principe saudita, che gli valsero il titolo di Lawrenzi d’Arabia, il Matteo più scaltro su piazza fa ufficialmente il suo ingresso nel consiglio d’amministrazione della Delimobil, colosso russo del car sharing. (Corriere della Sera)

In quella di Firenze sulla Fondazione Open ci sono due nuovi indagati per traffico di influenze, un avvocato e un imprenditore cinematografico. Solo che su Matteo si discute della presenza (lecita) nei cda di società quotate, del fu socio e amico di Conte, di tangenti sulle mascherine». (La Sicilia)