Meteo. Luglio 2022 in Italia più caldo del 2003, ma non è il più caldo di sempre

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Anomalie termiche rispetto ai valori minimi di temperatura (Fonte: isac.cnr.it). Rispetto ai valori minimi l'anomalia media di luglio 2022 al Nord Italia è stata di +2.32°C rispetto al trentennio 1991-2020, contro i +2.84 del luglio 2015, secondo luglio più caldo dopo quello del 2015.

Al Centro Italia l'anomalia di luglio 2022 è stata di +1.58°C contro i +2.33°C del luglio 2015, quindi di 0.75°C in meno, il secondo luglio più caldo dopo quello del 2015. (3bmeteo)

Ne parlano anche altri giornali

Pertanto, non è da escludere che il semestre caldo 2022, cioè il periodo maggio-ottobre, possa essere più caldo di quello omologo del 2003 Luglio 2003, invece, non regge il confronto. (Tempo Italia)

I primi sette mesi proiettano il 2022 come l’anno più caldo di sempre: luglio appena concluso ha fatto registrare un +2,26 gradi sopra la media italiana dal 1800 (da quando vengono rilevati i dati) ad oggi e nel complesso i primi 7 mesi dell’anno fanno registrare un +0,98 gradi. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Potrebbero verificarsi quindi eventi di forte intensità, come i cosiddetti medicane, gli «uragani mediterranei» che negli ultimi anni sono aumentati di frequenza Siccità Oltre al caldo, la siccità. (Corriere della Sera)

Il caldo accumulato sul mare rappresenterà un carburante esplosivo con i primi passaggi perturbati e le prime irruzioni fredde. Il caldo così anomalo del Mediterraneo favorisce una maggiore evaporazione dell’acqua e quindi tanta energia in più ad alimentare ed in intensificare gli effetti delle perturbazioni autunnali, quando arriveranno. (Meteo Giornale)

"Luglio 2022 si registra come il secondo luglio più caldo da quando vengono realizzate le misurazioni, secondo solo al 2003, così come lo sono stati anche maggio e giugno", ha spiegato Brunetti. (Tp24)

Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. “L’agricoltura – conclude Prandini – è infatti l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli” (Libertà)