si scusa ma c’è chi ne chiede le dimissioni

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Cos’è il Party-gate, lo scandalo della festa Covid di Boris Johnson. Da giorni nel Regno Unito non si fa altro che parlare del cosiddetto “Party-gate”.

Nonostante le scuse pubbliche, aumenta il numero di laburisti e conservatori che chiedono le dimissioni del premier inglese.

La festa in questione si è tenuta a maggio del 2020 nel giardino di Downing Street, residenza del primo ministro, nel bel mezzo del primo lockdown Covid. (Roccarainola.net)

Se ne è parlato anche su altre testate

Da Londra la corrispondenza con Claudio, nostro collaboratore dalla Gran Bretagna Ascolta o scarica Il premier inglese Boris Johnson si è dovuto scusare davanti al Parlamento per il cosiddetto ‘party gate’ legato a una festa nel giardino di Downing Street del maggio 2020, in pieno lockdown. (Radio Onda d'Urto)

Milano, 14 gen. (LaPresse) – Lo staff di Downing Street avrebbe organizzato due feste con alcol e musica ad alto volume la sera prima del funerale del principe Filippo nell’aprile dello scorso anno, durante il lockdown. (LaPresse)

Sono molte le personalità politiche a richiedere le dimissioni del premier inglese Boris Johnson a seguito delle rivelazioni sulla sua partecipazione ad un evento organizzato nei giardini della residenza ufficiale in Downing Street nel maggio 2020, in pieno lockdown per la pandemia da covid-19. (L'INDIPENDENTE)

Un umiliante atto di scuse in Parlamento, accompagnato da un’ammissione di colpa a metà, per cercare di salvarsi dallo scandalo del cosiddetto party-gate. Balbettante e sulla difensiva. Il premier Tory, raramente così balbettante e sulla difensiva, si è presentato al Question Time del mercoledì di fronte a una Camera dei Comuni rovente con una dichiarazione dai toni contriti. (laRegione)

Il party fu organizzato il 20 maggio del 2020, quando tutto il Regno Unito era in un ferreo lockdown. Il leader dell’Opposizione il Laburista Keir Starmer ritiene che le scuse siano senza valore e chiede le dimissioni del Primo Ministro. (Punto!)

"Mi scuso, comprendo la rabbia delle molte persone costrette alle restrizioni", ma "credevo si trattasse di un evento di lavoro", per cui le regole non sarebbero state "tecnicamente violate", ha detto il premier. (PPN - Prima Pagina News)