In Australia Google e Facebook pagheranno gli editori per le news

AGI - Agenzia Italia ESTERI

La legge, afferma il governo australiano in una nota, assicura che gli editori "siano equamente remunerati per il contenuto che generano, aiutando a sostenere il giornalismo di interesse pubblico in Australia".

Ora Google pagherà per le notizie che appariranno sul nuovo prodotto 'Showcase', che verrà presentato in Australia quest'anno, e Facebook retribuirà le testate che compariranno su 'News', altro prodotto destinato a essere lanciato nei prossimi mesi. (AGI - Agenzia Italia)

Su altri media

Facebook investirà 820 milioni di euro nell’editoria mondiale. Facebook investirà 1 miliardo di dollari a beneficio dell’editoria. Facebook e il Governo dell’Australia sono ormai sempre più vicini ad un punto d’intesa sulla nuova norma che introdurrà un equo compenso agli editori. (Lega Nerd)

Nella sua formulazione originale, il provvedimento prevedeva un automatismo riguardo al pagamento dovuto dalle aziende di Internet agli editori. Entrambe le camere hanno approvato l'emendamento alla legge sui media, dopo l'accordo raggiunto nei giorni scorsi tra il governo e Facebook. (Il Giorno)

Un iter, quello della legge australiana, non privo di scossoni e malmostosità da parte delle big tech. Si tratta della prima legge di questo tipo che arriva al capolinea del suo iter, diversi paesi europei stanno lavorando a varianti analoghe ma sono ben lungi dalla conclusione. (Ticinonline)

Il codice media Australia approvato – o, per utilizzare la corretta denominazione, il News media and Digital Platforms Mandatory Bargaining Code – è stato fortemente revisionato dopo il braccio di ferro tra Facebook e il governo nell’ultima settimana. (Zazoom Blog)

La proposta di legge aveva fatto infuriare Facebook che aveva bloccato le news australiane sul social network. "Abbiamo investito 600 milioni di dollari dal 2018 per sostenere l'industria delle notizie e abbiamo pianificato di investire almeno un ulteriore miliardo di dollari nei prossimi tre anni". (laRegione)

Per ora il social network non sarebbe comunque obbligato a pagare per le informazioni che dovrebbero tornare nel feed Passi avanti, ma la tempesta può sempre tornare. (StartupItalia)