Polonia: migliaia manifestanti a Varsavia contro divieto aborto

La Repubblica ESTERI

Diverse migliaia di persone sono scese di nuovo nelle strade di Varsavia ieri sera per esprimere rabbia contro l'entrata in vigore di una controversa sentenza che di fatto vieta l'aborto.

D'ora in poi, qualsiasi aborto e' vietato in Polonia, tranne nei casi di stupro o incesto o quando la vita della madre e' in pericolo.

In linea con i programmi della coalizione di destra ultra-cattolica al governo, questa sentenza vieta l'interruzione volontaria della gravidanza in caso di anomalie fetali. (La Repubblica)

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Mercoledì è entrata in vigore una controversa sentenza del tribunale polacco che impone un divieto quasi totale dell’aborto , scatenando proteste a livello nazionale che hanno portato migliaia di persone nelle strade nonostante le restrizioni del coronavirus. (Il Fatto Quotidiano)

La Polonia è scesa di nuovo in piazza contro il divieto quasi totale d’aborto. A Varsavia migliaia di cittadini hanno marciato verso il quartiere generale del partito di governo Diritto e Giustizia al grido di «Penso, sento, decido» o di «Libertà di scelta al posto del terrore». (Corriere della Sera)

Secondo molti manifestanti e oppositori al partitio di governo PiS, questa è l’ennesima e preoccupante dimostrazione di come il paese stia scivolando verso un autoritarismo. In sostanza, abortire nell’ex paese sovietico sarà quasi impossibile. (L'HuffPost)

Julia Przylebska, presidente della Corte costituzionale polacca, aveva parlato di "un tentativo senza precedenti d'interferenza nelle questioni interne del sistema politico polacco, che non sono regolate nei trattati europei". (L'Unione Sarda.it)

E non voglio che mi si costringa a lasciarla - dice una delle manifestanti, scese in strada proprio davanti alla Consulta polacca -. Pubblicata in Gazzetta ufficiale nella tarda serata di mercoledì, la misura è in Polonia ormai legge. (Euronews Italiano)

Ancora prima dell’entrata in vigore della legge che rappresenta una ulteriore limitazione della libertà delle donne, portate sempre di più verso la via dell’aborto illegale. L’entrata in vigore è stata rimandata fino a ora a causa delle manifestazioni di protesta e anche delle critiche da parte dell’Unione Europea. (Vanity Fair.it)