Covid, le proteste di piazza di commercianti e ristoratori: "Non lasciamo cavalcare la rabbia"

Kongnews INTERNO

Da oltre un anno moltissime attività commerciali sono costrette alla chiusura per colpa del Covid.

In una prima fase ciò era giustificato dall’emergenza: il virus era un’incognita assoluta, così come i meccanismi di contagio e le precauzioni da prendere.

La protesta andata in scena ieri da parte di commercianti, ristoratori, ambulanti, era del tutto prevedibile, come del resto la sua strumentalizzazione da parte di frange dell’estrema destra. (Kongnews)

La notizia riportata su altre testate

(LaPresse) – Sono circa 3mila i ricorsi già presentati nelle Prefetture di tutta Italia contro le multe comminate agli esercenti che, nonostante le regole, hanno aperto i propri esercizi: bar, ristoranti, locali. (LaPresse)

Roma, 8 apr. Così il premier Mario Draghi in conferenza stampa (LaPresse)

Se il governo non ci da una risposta siamo pronti a scendere di nuovo in piazza sperando di essere ancora Sto continuando a tenere aperto da mesi, certo la gente è molta di meno rispetto a prima ma almeno si lavora. (Tag24 - Radio Cusano Campus)

Così il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, incontrando in piazza Galimberti, nel centro di Cuneo, gli ambulanti di generi non alimentari dei mercati. Sono 1.280 i furgoncini dei commercianti ambulanti che oggi hanno raggiunto Firenze per la manifestazione organizzata dall’associazione Assidea per chiedere le riaperture dei mercati, causando disagi alla circolazione nelle vie intorno al centro cittadino. (ilFormat)

Ferrari spiegò orgoglioso di «aver avuto oltre 300mila visualizzazioni in pochi giorni e un riscontro anche su Twitter negli Usa». «Io ho aperto da gennaio, perché da un anno non è cambiato nulla, nonostante tutte le chiusure», ha detto Ferrari. (La Gazzetta di Reggio)

Talmente vivi: la protesta degli studenti delle scuole superiori della città ha ormai luogo a oltranza, sei giorni alla settimana, per tutta la mattinata o quasi. Finora pura fantascienza, tant’è che un eventuale promozione dell’Emilia Romagna in fascia arancione comporterebbe il ritorno sui banchi solo del 50% degli alunni (il Resto del Carlino)