Scienziato Usa trova le prime sequenze del Sars-Cov2 cancellate

L'HuffPost SALUTE

“Non credo che questo rafforzi né l’origine del laboratorio né l’ipotesi della zoonosi” afferma, come riporta la rivista Science.

Le sequenze genetiche dei primi casi di Covid-19, registrate su un database Usa, sarebbero state eliminate, su richiesta della Cina, rendendo più difficile la ricostruzione delle origini della pandemia.

Invece, il progenitore delle sequenze conosciute di Sars-CoV-2 conteneva probabilmente tre mutazioni relative al virus del mercato, che lo rendevano più simile ai ‘parenti’ coronavirus del pipistrello”. (L'HuffPost)

Ne parlano anche altre testate

"Sulle origini del virus sappiamo ben poco, ma una cosa è chiara: della Cina non ci possiamo fidare. Ma la cancellazione dal database Usa di queste sequenze cosa significa? (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Uno scienziato statunitense ha recuperato le sequenze del Covid che erano state cancellate. Accortosi della grave mancanza dei file, che sarebbero stati cancellati da Google Cloud, lo scienziato è riuscito a recuperare le sequenze cancellate e a ricostruire sequenze parziali di 13 dei primi campioni del Covid. (News Mondo)

In parole semplici, il progenitore del patogeno che ha dato inizio alla pandemia non dovrebbe avere queste mutazioni, proprio come le sequenze scoperte da Bloom (Scienze Fanpage)

Il ricercatore, come si legge su Biorxiv e sul sito della rivista Science (qui l’articolo in inglese), ha recuperato i file cancellati da Google Cloud e ricostruito le sequenze parziali di 13 virus dei primi tempi dell’epidemia. (LA NOTIZIA)

Chi non è d’accordo con lo studio di Bloom e perché. Lo studio di Bloom ha però già molti critici. “Penso che (la ricerca, ndr) fornisca ulteriori prove che il virus probabilmente circolava a Wuhan prima di dicembre e che abbiamo un quadro non completo delle sequenze dei primi virus”. (Virgilio Notizie)

Ricercatori a Wuhan - Ansa. COMMENTA E CONDIVIDI. . . . . . . Un nuovo tassello si aggiunge al puzzle sulla misteriosa origine del coronavirus. La rimozione dei dati sul virus da cui è nata la pandemia è avvenuta a giugno 2020 per mano di un addetto dell’agenzia sanitaria nazionale degli Usa (Nih), a cui l’archivio fa capo, su richiesta di Pechino. (Avvenire)