Strage Capaci, Ayala ricorda Falcone "Era un grande innovatore" Agenzia di stampa Italpress

Italpress INTERNO

Il problema non è la paura, è un sentimento umano, il problema è non farsi condizionare, continuare ad andare avanti superando questo sentimento antipatico.

In questi trent’anni Ayala ha ricordato e ricorda “con un sorriso, sia Giovanni che Paolo, perchè so che loro gradirebbero essere ricordati con un sorriso

Io credo che tutti noi lo abbiamo fatto, la nostra grande forza è stata quella di essere un gruppo, non compatto, di più”. (Italpress)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Una ricerca ad ampio raggio che sonda il ricordo degli italiani della stagione stragista e di Giovanni Falcone e la percezione attuale del fenomeno mafioso. Lasciato solo dalla politica per il 75% (solo il 7% ritiene che la politica lo abbia sostenuto, il 18 non sa rispondere). (BlogSicilia.it)

“Falcone ci ha insegnato che se vuoi sapere dove va la mafia devi seguire i ‘picciolì, il denaro. Così Claudio Martelli, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress, a 30 anni dalla strage di Capaci ricorda le vicende che nel 1992 stravolsero la Sicilia e l’Italia intera. (Italpress)

La sfida alla mafia nelle parole di due grandi protagonisti: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nato nel 1949, è figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato a Palermo da Cosa Nostra il 3 settembre del 1982 (Corriere del Ticino)

(ITALPRESS) – “Si è parlato moltissimo di ciò che ha fatto Falcone e della strage di Capaci ma di quello che c’è in mezzo, che secondo me è decisivo, no. (Sardegna Reporter)

Questi i risultati più rilevanti del sondaggio Ipsos donato alla Fondazione Falcone alla vigilia del 30esimo anniversario della strage di Capaci dove morirono il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. (La Repubblica)

Vado spesso (e sempre volentieri) nelle scuole a parlare ai ragazzi di legalità, mafia e antimafia. Perché Falcone e gli altri del pool, invece di essere sostenuti, professionalmente parlando furono presi a calci. (L'HuffPost)