L'epidemia di influenza aviaria H5N1 negli Stati Uniti: un rischio sottostimato

L'attenzione rimane alta per l'epidemia di influenza aviaria che ha colpito gli allevamenti di bovini in nove stati americani. Nelle scorse settimane, il virus H5N1 ha causato un caso accertato nell'uomo e è stato identificato nel latte delle mucche infette. Questo ha spinto i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani a sconsigliare il consumo di latte crudo, non sottoposto a pastorizzazione, processo che dovrebbe eliminare qualunque virus vitale, per ridurre al minimo il rischio di ulteriori contagi tra i cittadini.

Il latte è sicuro?

Molti studiosi ritengono che ci sia un alto rischio che l'aviaria diventi un problema anche per l'uomo. Secondo gli epidemiologi, ci sono una serie di elementi che rendono H5N1 il candidato favorito per una prossima pandemia. Il problema, esattamente come fu per il Covid, sono i salti di specie. È vero che qua e là nel mondo qualche essere umano si è infettato con l'aviaria (ed è anche morto) ma i casi registrati fino a ora sono casi di trasferimento diretto da pollame infetto a persone.

Aviaria nel latte crudo: il monito dell'OMS

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) avverte del rischio, seppur basso, dell'influenza aviaria H5N1 nel latte crudo negli USA, consigliando il consumo di latte pastorizzato. Studi rivelano una possibile sottostima della diffusione del virus tra i bovini.

L'epidemia del virus H5N1 è già più diffusa di quanto si pensasse. La situazione richiede un'attenzione costante e misure preventive per minimizzare il rischio di ulteriori contagi. La comunità scientifica e le autorità sanitarie stanno monitorando attentamente la situazione e lavorando per garantire la sicurezza dei cittadini.

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