L'interrogatorio di Toti: finanziamenti, corruzione e la difesa dell'interesse pubblico

Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, è stato interrogato per otto ore in seguito alle accuse di corruzione e finanziamenti illeciti. Durante l'interrogatorio, ha risposto a 180 domande dei magistrati, fornendo dettagli su circostanze, incontri e telefonate che, secondo i pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti, sono indizi di corruzione.

La difesa di Toti

Toti ha sostenuto che i soldi ricevuti erano destinati alla politica e che tutto è tracciabile. Ha negato di aver esercitato pressioni o di aver fatto favori. "Ho agito nell’interesse dei cittadini. Ogni euro preso è stato destinato alla politica, tutto è tracciabile, mai fatto pressioni e mai fatto favori", ha dichiarato Toti, sottolineando che non ha mai percepito alcuna correlazione tra i finanziamenti ricevuti e favori fatti.

Le accuse e la memoria difensiva

Toti è accusato di corruzione, atti contrari ai doveri di ufficio e voto di scambio. Ha fornito la sua ricostruzione degli eventi avvenuti negli ultimi anni, assicurando di "aver sempre agito nell’interesse dei cittadini". Ha presentato una memoria difensiva di 17 pagine a integrazione del verbale di 27 pagine dell'interrogatorio.

Il rapporto con Spinelli

Durante l'interrogatorio, Toti ha parlato del suo rapporto con Aldo Spinelli, sostenendo che non c'era alcuna correlazione tra i favori fatti a Spinelli e i finanziamenti ricevuti da lui. "Spinelli mi finanziava da lungo tempo. Lui è “uno che ci prova sempre“, tutte le volte ti ricorda se puoi fare qualche cosa per lui. Ripeto che non ho percepito alcuna correlazione", ha dichiarato Toti.

L'interrogatorio di Toti ha portato alla luce nuovi dettagli sulle accuse di corruzione e finanziamenti illeciti. Toti ha negato tutte le accuse e ha sostenuto di aver sempre agito nell'interesse dei cittadini. Le indagini continuano.

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