Il mezzo interstellare e infatti “quasi vuoto”: qualcosa c’è e quello che si può trovare in quegli enormi spazi che esistono tra le stelle é come una leggera pioggerellina se paragonata quello che c’è in un sistema stellare. Tuttavia la Ocker ritiene che in realtà in questi spazi che sembrano vuoti c’è un’attività, benché di basso livello, che coinvolge il plasma interstellare e che è più alta di quanto calcolato in precedenza.
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Tali dinamiche potrebbero rivelarsi utili per tracciare la distribuzione spaziale del plasma, quando non viene ‘sconvolto’ dalle intemperanze del Sole. Il segnale, per gli astrofisici, costituisce il ‘mormorio’ del gas interstellare, che si presenta debole ma continuo. Questi elementi, secondo il gruppo di lavoro, sarebbero indicativi di un’attività di sottofondo nel gas interstellare, più intensa di quanto ritenuto comunemente.
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Dopo aver superato l’eliopausa, la sonda ha cominciato a misurare la densità del plasma del mezzo interstellare locale grazie a uno strumento chiamato Plasma Wave Subsystem. Come suggerisce il nome stesso, il rivelatore registra eventi di oscillazione del plasma interstellare indotti dall’attività stessa del Sole. La Nasa stima che, per inviare un segnale alla Terra, Voyager consumi circa 22 watt Da allora, Voyager-1 continua la sua lista dei record inviando dati riguardanti il mezzo interstellare nel quale si trova…
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Dopo oltre 40 anni di viaggio la Voyager 1 rileva strano ronzio nel vuoto dello Spazio interstellare
Osservando le onde di propagazione delle tempeste solari gli scienziati provano a dedurre la densità del mezzo interstellare. "Il mezzo interstellare è come una pioggia tranquilla o leggera", ha detto l'astronomo James Cordes della Cornell University. Quella leggera pioggia, secondo il team, suggerisce che potrebbe esserci più attività di basso livello nel mezzo interstellare di quanto gli scienziati si aspettassero.
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