Il Messaggero 11/22/2019
carvertising), da un lato, esponevano i consumatori a ingenti ed immediati esborsi (di alcune migliaia di euro) al momento dell'adesione all'offerta e, dall'altro lato, li inducevano a ritenere, contrariamente al vero, che il vantato rimborso mensile derivasse da un'attività economica reale, quale l'attività pubblicitaria svolta attraverso l'automobile, che avrebbe consentito loro nel corso del tempo di recuperare quanto versatoper l'acquisto dell'auto.
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