Embargo al petrolio russo e price cap a 60 dollari al barile, cosa cambia per l'Italia? Gli scenari

ilmessaggero.it ESTERI

Scattano da oggi embargo al petrolio russo e price cap a 60 dollari al barile. E, fra l'incertezza sull'impatto che le nuove misure avranno, l'Opec+ - l'organizzazione dei Paesi esportatori di greggio - prende tempo e mantiene invariati gli attuali livelli di produzione, lasciandosi però la porta aperta a un intervento in qualsiasi momento a seconda delle condizioni del mercato. L'embargo in teoria potrebbe far salire i prezzi ma oggi, dopo un avvio in crescita, le quotazioni sono tornate leggermente indietro. (ilmessaggero.it)

Su altre fonti

C’era da aspettarsi una mossa della Russia dopo la decisione del G7 di stabilire un prezzo fisso al barile di petrolio russo. Una scelta che limita i rincari che si sono verificati in questi mesi, e che non è stata ben digerita da Mosca. (La Legge per Tutti)

Il governo russo e le compagnie nazionali stanno. (Teleborsa)

Il primo fattore da osservare riguarda il comportamento dell'Opec+: se questo cartello di produttori, a cui la Russia partecipa come membro aggiunto e non organico, restringerà la produzione il pericolo sarà minore. (Italia Oggi)

Secondo il piano Mosca sta valutando di imporre un prezzo fisso per i barili russi o di stabilire sconti massimi sui benchmark internazionali ai quali possono essere venduti. (Borse.it)

Scattate le nuove sanzioni Ue per tentare di limitare i finanziamenti di Mosca alla guerra in Ucraina. Al divieto di importare via nave il greggio nel Vecchio Continente si aggiunge il tetto al prezzo, valido anche nei Paesi del G7 e Australia. (Sky Tg24 )

Mosca ha risposto minacciando di non vendere più un goccio del suo Urals all’Europa. Non si potrà più acquistare dalla Russia a un prezzo del petrolio superiore ai 60 dollari al barile. (InvestireOggi.it)