Via libera al piano per la ripresa i primi miliardi già in estate

La Nuova Ferrara INTERNO

Il testo sarà materialmente spedito oggi: una data fortemente difesa dal presidente Mario Draghi, perché consente l’arrivo della prima tranche di fondi già in estate.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza da 248 miliardi è pronto.

Puntiamo a superare i ritardi che il nostro Paese sconta nell’offerta di asili nido e servizi educativi per l’infanzia, con un investimento di 4, 6 miliardi

Da Bruxelles arriveranno 191, 5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, 15, 5 miliardi del Fondo sviluppo e coesione e 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche. (La Nuova Ferrara)

La notizia riportata su altri media

Il testo sarà materialmente spedito oggi: una data fortemente difesa dal presidente Mario Draghi, perché consente l’arrivo della prima tranche di fondi già in estate. La Commissione infatti ha otto settimane per presentare al Consiglio i piani ricevuti per l’approvazione e il Consiglio ha a sua volta quattro settimane per l’approvazione con maggioranza qualificata. (La Gazzetta di Modena)

A Bruxelles sanno che se salta il Sud, salta l’Italia e se salta l’Italia, salta l’Europa Si obietterà che Draghi non è Mandrake e che non si può caricare su una sola persona l’intero fardello delle emergenze italiane. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

68,6 miliardi, un altro per la digitalizzazione.2 49,2 miliardi, 31,9 miliardi dollari andranno all’istruzione; 31.400 milioni per le infrastrutture; 22.400 milioni a sostegno dell’inclusione e della coesione sociale e circa 18. (Flamina&dintorni)

Le toghe sono ormai divorate dal tarlo della autoreferenzialità che sono riuscite a imporre a tutti gli altri poteri dello Stato. Adesso mancano solo le vignette -ma arriveranno presto anch’esse- di un Draghi senza più artigli e autorità, mandato abusivamente da Mattarella a Palazzo Chigi e destinato a fare la stessa fine opaca di tutti, o quasi, i suoi predecessori (Policymakermag)

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La Commissione europea ha già detto di sapere che l’Italia è storicamente refrattaria alle riforme, e Draghi non ha potuto fare altro che garantire personalmente. Indicando che, come ha efficacemente suggerito Marco Tronchetti Provera, scatterà la sanzione sociale, la riprovazione collettiva, verso chi remerà contro sabotando le riforme (politicamentecorretto.com)