Messina, faida fra due clan per il controllo della "via della droga": 39 arresti

La Repubblica INTERNO

Venne bruciata anche l’auto della convivente di Paolo Arrigo

Un’operazione che decapita le due famiglie che si contendevano lo spaccio di droga e ricostruisce i retroscena del grande affare della droga in città.

Poi, sono arrivati gli Arrigo, che volevano dettare legge in una strada del quartiere Giostra, via Seminario Estivo.

Per mesi, nelle piazze di spaccio più importanti di Messina ci sono stati momenti di fibrillazione. (La Repubblica)

Ne parlano anche altre fonti

All’interno di ciascun appartamento adibito a rivendita e gestito da uno dei componenti della banda che aveva messo a disposizione la sua abitazione, con la collaborazione del nucleo familiare, l’attività di spaccio veniva garantita giorno e notte. (Livesicilia.it)

Lo schema era fisso: ricezione dell’ordine davanti alla porta, l’attesa dell’acquirente sul pianerottolo e la consegna della droga sempre all’esterno dell’abitazione.Il centro del traffico di droga a Messina era «un vero e proprio fortino», introno al quale gravitavano i rapporti tra i clan degli Arrigo e dei Bonanno tra «alleanze e scontri violenti». (Gazzetta del Sud - Edizione Messina)

Una disponibilità avvalorata non solo dai ferimenti dai quali l’indagine ha tratto spunto, ma anche dalle conversazioni captate, dalle immagini raccolte e visionate per 13 persone nonché il sequestro di immobili (appartamenti e garage-cantine), autoveicoli, motoveicoli e altre utilità economiche. (Lettera Emme)

A Giostra, “le donne dello spaccio” avevano un ruolo di tutto rispetto. Quanto al secondo gruppo, quello retto da Antonio Bonanno, ritenuta organica ad esso Veronica Vinci, «deputata a tenere la cassa dell’associazione e a riscuotere il provento dell’attività illecita» (Gazzetta del Sud - Edizione Messina)

Le immagini dei colpi. (LaPresse) Blitz dei carabinieri di Monopoli contro una banda di ladri di auto, originari di Bitonto e particolarmente attivi durante lo scorso lockdown nazionale, tra Bari e Foggia. (LaPresse)

Un controllo per mero scrupolo voluto dall’assessore Salvatore Mondello e dal dirigente del Comune Antonio Amato, poco prima dell’apertura delle due rampe, fece scoprire che quel viadotto, pur se mai utilizzato non era percorribile. (Gazzetta del Sud - Edizione Messina)