Delimobil, cosa fa la società che ha chiamato Renzi nel board

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Startmag Web magazine INTERNO

“Ovviamente”, conclude il comunicato, “la presenza di Renzi nel board Delimobil rispetta tutte le regole della legislazione italiana”

Matteo Renzi fa parte del consiglio di amministrazione di Delimobil, la società di car sharing dominante a Mosca (fondata da un italiano) che punta a quotarsi a New York.

CHI È VINCENZO TRANI. Trani, scrive il Corriere della Sera, vive in Russia, a Mosca, da circa vent’anni. (Startmag Web magazine)

Se ne è parlato anche su altri media

3. Sputnik Italia [email protected] +74956456601 MIA „Rosiya Segodnya“ 252 60. 2021. Sputnik Italia [email protected] +74956456601 MIA „Rosiya Segodnya“ 252 60. Notiziario. it_IT. Sputnik Italia feedback. (Sputnik Italia)

Così Matteo Renzi a margine della presentazione del suo libro a Potenza, rispondendo a una domanda sulle accuse di conflitto d’interessi per il suo ruolo di consigliere all’interno della più grande società russa di car sharing, la Delimobil. (Il Fatto Quotidiano)

“Il senatore Renzi è felice di collaborare all’attività della società Delimobil il cui socio di riferimento, Vincenzo Trani, è un imprenditore napoletano che Renzi stima. La società di proprietà italiana ma con sede in Lussemburgo, è leader nel car sharing a livello mondiale. (LA NOTIZIA)

Nel documento di prestentazione della richiesta depositato presso la Sec, cioè il regolatore americano omologo della Consob, si parla di una flotta di 18.400 (La Repubblica)

Ma, quando c’è Renzi di mezzo, bisogna sempre seguire anche lo specchio. Dopo i rapporti con il principe saudita, che gli valsero il titolo di Lawrenzi d’Arabia, il Matteo più scaltro su piazza fa ufficialmente il suo ingresso nel consiglio d’amministrazione della Delimobil, colosso russo del car sharing. (Corriere della Sera)

Più esplicito è il vicepresidente di Iv, Ettore Rosato: "Attaccano Renzi per evitare di discutere di Di Donna: la strategia di M5s è il solito teatrino. In quella di Firenze sulla Fondazione Open ci sono due nuovi indagati per traffico di influenze, un avvocato e un imprenditore cinematografico. (La Sicilia)