Censura e cinema, arriva la riforma Addio alla commissione che bloccò «Ultimo tango»

Ecco allora la creazione (prevista dall’articolo 3 del decreto 203 sulla tutela dei minori) di una Commissione di esperti preposta a giudicare i giudizi, quella che ha visto la nascita con la firma odierna, ultimo tassello di una riforma che ha impiegato quattro anni e mezzo a diventare operativa

Con un problema, però: chi sorvegliava che i produttori dessero dei pareri condivisi e non allargassero troppo le maglie della loro moralità per catturare più pubblico?

O fermarne per più di un anno l’usciuta come avvenne per «Totò e Carolina» di Monicelli (Corriere della Sera)

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Ma la novità è che ora un dodicenne accompagnato da un genitore potrà vedere un film vietato ai 14 e un sedicenne uno vietato ai 18. Ma, rispetto al passato, avranno un'arma in meno: non è più possibile negare il nulla osta per la proiezione in pubblico di un film. (ilGiornale.it)

Cosa questo voglia dire all’atto pratico non è ancora chiarissimo, ma il succo è quello: non si vieta più, si “classifica”. Così saremo liberi di vedere film in cui lui&lui pagano la donna indiana o ucraina per avere il marmocchio dei loro sogni, però non potremo protestare contro una pratica obbrobriosa (Tempi.it)

«Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti». E così torna alla mente il processo e il rogo di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, il caso più eclatante di censura – correva l’anno 1972 – subita da una pellicola. (Rolling Stone Italia)

Questo l’annuncio del ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha firmato il decreto che istituisce la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura con il compito di verificare la corretta classificazione delle opere cinematografiche da parte degli operatori. (Today.it)

Secondo Nicola Borrelli, direttore della Direzione generale, “saranno i produttori o i distributori ad autoclassificare l’opera cinematografica, alla commissione il compito di validare la congruità”. Nei decenni passati gli interventi della censura avvenivano addirittura in fase di sceneggiatura o di riprese (Wired.it)

La censura cinematografica è la possibilità, da parte dello Stato, di intervenire sulle opere cinematografiche, apportando modifiche oppure vietandone l’uscita. È possibile visitare la mostra dedicata alla censura cinematografica, realizzata dalla Cineteca Nazionale e dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, su cinecensura. (Team World)