Aviaria, c’è l’ok del Ministero per ripopolare gli allevamenti

Il Mattino di Padova SALUTE

Si tratta di un’area che comprende una quarantina di Comuni padovani, mentre vengono confermare le restrizioni per la zona di Este e Montagnana.

Resta esclusa tutta l’area “rossa” ad “altissimo rischio” che comprende la zona di Este, Montagnana e ovest Colli, dove si concentra la maggioranza degli allevamenti padovani.

Si tratta di un primo segno di ripartenza, invocato dagli stessi allevatori per riprendere gradualmente l’attività dopo mesi di paralisi. (Il Mattino di Padova)

La notizia riportata su altri giornali

“Anche le doppiette diano il proprio contributo per fronteggiare l’emergenza aviaria da H5N1 e H5: dobbiamo ridurre i rischi sanitari e il danno economico. “Sono oltre 250 dei 308 censiti in tutta Italia, per quella che è stata definita l’epidemia aviaria più forte di sempre in Europa. (RovigoInDiretta.it)

L’influenza aviaria ha avuto un impatto pesante sulla produzione che ha determinato purtroppo una riduzione del reddito. Lo stabilimento situato a Santa Maria di Zevio (dopo gli stabilimenti di San Martino Buon Albergo e Nogarole Rocca) ha deciso di ricorrere a questa misura fino al 31 marzo. (Verona News)

L’Italia è il primo Paese europeo per numero di volatili domestici infetti, secondo solo alla Germania se si considerano anche le specie selvatiche. Quando numerosi individui geneticamente molto simili sono costretti a vivere a stretto contatto tra loro si crea una condizione ideale per la diffusione delle epidemie, ed è proprio la situazione che troviamo negli allevamenti intensivi di tutto il mondo. (Greenpeace)

“La situazione è molto delicata”, si limita a dire prima di rimbalzare la questione al servizio veterinario dell’Ulss. Ma dei tacchini che facevano parte dei tre pool in cui è stato riscontrato il virus, non se n’è salvato neanche uno (La voce di Rovigo)

A distanza di una sola settimana, un altro allevamento di tacchini è stato contagiato dall’influenza aviaria interessando 11mila tacchini. Influenza aviaria: Aia ricorre alla cassa integrazione. A causa dell’influenza aviaria anche un colosso come Aia ha deciso di ricorrere alla cassa integrazione. (Prima Milano Ovest)

Dopo settimane difficili, la diffusione dei focolai di influenza aviaria sembra rallentare. L’influenza aviaria, che dopo l’Italia sta ora colpendo anche l’Europa, nelle ultime settimane sembra aver subito una inversione di tendenza nella sua curva di diffusione – spiega Coldiretti. (Informatore Agrario)