Aviaria, c’è l’ok del Ministero per ripopolare gli allevamenti

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Il Mattino di Padova SALUTE

Si tratta di un’area che comprende una quarantina di Comuni padovani, mentre vengono confermare le restrizioni per la zona di Este e Montagnana.

Resta esclusa tutta l’area “rossa” ad “altissimo rischio” che comprende la zona di Este, Montagnana e ovest Colli, dove si concentra la maggioranza degli allevamenti padovani.

Si tratta di un primo segno di ripartenza, invocato dagli stessi allevatori per riprendere gradualmente l’attività dopo mesi di paralisi. (Il Mattino di Padova)

La notizia riportata su altri giornali

Le disposizioni riguardano gli allevamenti di una parte dei territori del Padovano, del. Nei giorni scorsi nuovo focolaio di aviaria a Lendinara in un allevamento di galline ovaiole. Nelle aree di rischio medio, ma a densità media e alta, per dare il via all’accasamento serve il parere favorevole della Regione (il Resto del Carlino)

“La situazione è molto delicata”, si limita a dire prima di rimbalzare la questione al servizio veterinario dell’Ulss. Da parte di Fabio Branco, titolare dell’allevamento, poca voglia di parlare e nessun commento in proposito. (La voce di Rovigo)

In più riteniamo necessaria una moratoria dei mutui e, in ogni caso, linee di finanziamento agevolate per le imprese coinvolte” E’ questo il dato – impressionante – degli effetti dell’epidemia di influenza aviaria in provincia di Brescia secondo quanto riferisce Confagricoltura in una nota che aggiorna i già rilevanti numeri dello Zooprofilattico. (Bsnews.it)

Nella bassa padovana non c’è più un pollo o tacchino, solo qualche ovaiola…». Così il settore veneto ha aumentato la propria produzione a peso morto di circa 100mila quintali (+18%). (Nordest Economia)

L’unità di crisi ministeriale nei giorni scorsi ha dato il via libera agli interventi nelle zone polesane. Dopo settimane difficili, la diffusione dei focolai di influenza aviaria sembra rallentare. (Informatore Agrario)

Lo stabilimento situato a Santa Maria di Zevio (dopo gli stabilimenti di San Martino Buon Albergo e Nogarole Rocca) ha deciso di ricorrere a questa misura fino al 31 marzo 2022. Negli stabilimenti di Nogarole Rocca e di San Martino Buon Albergo la produzione è nettamente calata: i lavoratori hanno turni di 2-3 ore alla settimana o solo quello della mattina. (TgVerona)