Aviaria in Veneto, attesa una riunione con il Ministero per il riconoscimento dello stato di calamità

Nordest Economia SALUTE

Per evitare nuove crisi serve quindi studiare a fondo questo virus e riscrivere la letteratura di riferimento

Nella bassa padovana non c’è più un pollo o tacchino, solo qualche ovaiola…».

Così il settore veneto ha aumentato la propria produzione a peso morto di circa 100mila quintali (+18%).

Tra Verona, Vicenza, Padova e Rovigo si parla di 250 focolai e danni stimati per non meno di mezzo miliardo di euro. (Nordest Economia)

La notizia riportata su altri giornali

Da parte di Fabio Branco, titolare dell’allevamento, poca voglia di parlare e nessun commento in proposito. Ora, però, bisognerà capire come il virus sia riuscito a penetrare all’interno dell’allevamento. (La voce di Rovigo)

“Sono oltre 250 dei 308 censiti in tutta Italia, per quella che è stata definita l’epidemia aviaria più forte di sempre in Europa. Per questo chiediamo lo stop immediato alla caccia di tutte le specie di uccelli e all’immissione di fauna selvatica a scopo di ripopolamento per fini venatori”. (RovigoInDiretta.it)

A distanza di una sola settimana, un altro allevamento di tacchini è stato contagiato dall’influenza aviaria interessando 11mila tacchini. Ci auguriamo che non ci siano altri focolai, in modo da poter ripartire anche noi con la produzione”. (Prima Milano Ovest)

Lo stabilimento situato a Santa Maria di Zevio (dopo gli stabilimenti di San Martino Buon Albergo e Nogarole Rocca) ha deciso di ricorrere a questa misura fino al 31 marzo. I sindacati hanno chiesto un tavolo in Regione per adottare un ammortizzatore sociale per i lavoratori a tempo determinato (Verona News)

Perché gli allevamenti intensivi sono un ambiente ideale per i virus? Senza affrontare le cause delle epidemie assisteremo a un circolo vizioso che divora fondi pubblici. (Greenpeace)

Dopo settimane difficili, la diffusione dei focolai di influenza aviaria sembra rallentare. In Finanziaria sono stati destinati 30 milioni di euro sui fondi filiere per le carni bianche, ma la conta dei danni, diretti e indiretti, è valutata in mezzo miliardo di euro (Informatore Agrario)