Mafia, operazione Alibante: avvocato Bagalà mente legale del clan

gazzettamatin.com INTERNO

3 maggio, ha disposto 19 arresti con 43 indagati, risulta indagato anche l’avvocato aostano Andrea Giunti, marito dell’avvocato Maria Rita Bagalà, contro la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Secondo l’accusa, l’avvocato Maria Rita Bagalà, sotto la regia del padre Carmelo ”partecipava alla cosca”, garantendo ”l’amministrazione dei diversi affari illeciti”.

Lo scrive il gip di Catanzaro, Matteo Ferrante, nell’ordinanza di custodia cautelare sottolineando che l’avvocato, oltre a essere la ”mente legale del clan”, curava gli interessi economici e finanzieri del sodalizio

Indagato il marito di Maria Rita Bagalà, l'avvocato Andrea Giunti che è a piede libero. (gazzettamatin.com)

La notizia riportata su altri media

Per un certo periodo di tempo (da gennaio a giugno 2018) ha collaborato prevalentemente con la sezione operativa del Norm della Compagnia di Lamezia Terme. A questo punto i sospetti dei militari su chi avrebbe potuto rivelare la presenza della telecamera ricadono sul collega Cardamone. (Corriere della Calabria)

Numerose auto dei Carabinieri hanno fatto irruzione tra i vicoli del quartiere monrealese anche con l’ausilio di unità cinofile. Continuano i controlli da parte dell’Arma dei Carabinieri a Monreale, sempre attenta alle dinamiche della città e aperta a ogni necessità dei cittadini (Monrealelive.it)

L’indagato, secondo il gip, avendo avuto conoscenza dell’attività di indagine secretata ne ha dolosamente rivelato l’esistenza ai diretti interessati, pregiudicando l’attività tecnica in corso “Ora la notifica ancora non ce l’ho, ho avuto questa notizia in anticipo… ma tu hai capito che mi ha detto il maresciallo oggi? (Calabria 7)

Una figura marginale dunque all'organizzazione che - secondo l'ipotesi investigativa della Dda - avrebbe ricoperto ruoli di vertice in alcune società deputate a riciclare il denaro di provenienza illecita. (ArezzoNotizie)

“Abbiamo accertato tutti i reati tipici che denotano il controllo del territorio”, ha spiegato Gratteri. Con questo nome volevano dare il senso di oppressione in quel territorio da una cosca che si voleva porre come para-Stato”. (CatanzaroInforma)

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